MASSIMILIANO MINGOIA
Cultura e Spettacoli

Claudio Trotta, parola di promoter: “Milano è una vera rock city, ma perde qualche pezzo”

Il fondatore di Barley Arts a tutto campo. Il futuro di San Siro? Meglio ristrutturarlo e metterci un tetto. Gli AC/DC il 20 luglio a Imola e non al Meazza è stata una decisione della band

Claudio Trotta, promoter musicale, fondatore di Barley Arts

Claudio Trotta, promoter musicale, fondatore di Barley Arts

Milano – Claudio Trotta, milanese, fondatore di Barley Arts, società organizzatrice di migliaia di concerti, partiamo dal suo ultimo: AC/DC il 20 luglio all’autodromo di Imola.

Indiscrezioni dicevano che il concerto della band sarebbe stato a San Siro. Cosa è successo?

“Parafrasando Boskov: concerto è quando promoter e artista annunciano”.

Ma perché il cambio di location da San Siro a Imola?

“Quella di Imola è stata una decisione della band australiana”.

AC/CD a parte, la prossima estate Barley Arts proporrà il Comfort Festival nell’area milanese. Una bella sfida.

“Il Comfort Festival, dopo tre edizioni a Ferrara, la prossima estate si svolgerà in cinque date, dal 4 al 13 luglio, nella Villa Casati Stampa a Cinisello Balsamo, un ambiente naturale in un territorio urbano. Il target a cui il Festival si riferisce, cioè la musica “americana“ di derivazione blues, rock, country e soul, ha la sua componente maggiore di pubblico in Lombardia. Da qui il trasloco nell’hinterland di Milano e il cambio di format: più che un festival, il Comfort 2025 avrà la struttura di una rassegna. Massimo tre artisti al giorno, attività collaterali come presentazioni di libri e ascolto di vinili con esperti. E prezzi ragionevoli e razionali, in controtendenza rispetto agli attuali prezzi di tantissimi concerti”.

Un recente podcast di Metalitalia sostiene che l’Italia non è un Paese per festival musicali, a causa delle abitudini e preferenze del pubblico nostrano.

“Io, nella mia carriera lunga ormai 45 anni, ne ho organizzati più di cento, di festival, ma ho sempre fatto fatica. Tranne quando erano di un ambito musicale ben definito. Dal Monsters of Rock al Milano Blues Festival, che però era gratuito. Ogni volta che mischi le carte musicali, invece, il successo finale è più difficile. Dunque, purtroppo, devo confermare il giudizio degli amici di Metalitalia: l’Italia non è Paese per festival”.

A proposito di pubblico, è vero che organizzare un concerto a Milano garantisce il 30% in più di spettatori?

“È vero, ci sono fattori che non sono mai cambiati. Milano, dal punto di vista geografico, è più facilmente raggiungibile di tante altre città del centro e del sud Italia. Questo pesa molto anche nelle date da fissare per i tour europei dei grandi artisti internazionali. Andare a Roma, a livello di spostamenti, costa di più. E, in questo periodo di costi dell’energia aumentati a dismisura, è un problema ancor più rilevante. In più la Lombardia ha 10 milioni di abitanti, di cui tre milioni nell’area metropolitana milanese: un ampio bacino di appassionati di musica”.

Parafrasando una canzone di una band da lei portata in Italia tante volte, i Kiss, si può definire ‘Milano Rock City’?

“Sì, certo. Ma per onestà bisogna aggiungere che anche l’Emilia Romagna ha avuto un ruolo importante in Italia nella narrazione della storia del rock, dai Monsters of Rock a Modena agli AC/DC a Imola e Reggio Emilia, dove oggi c’è la più bella arena rock d’Italia. Per non parlare degli artisti che arrivano dall’Emilia, da Vasco a Cremonini, da Zucchero a Ligabue”.

Un’arena così Milano non ce l’ha. Le rimane lo stadio di San Siro, a rischio demolizione.

“Milano, città incentrata sul business, negli ultimi anni ha perso molti pezzi: teatri, locali, scuole di musica, studi di registrazione. Il Meazza? C’è una grande confusione sul tema, come varie volte ha ricordato Luigi Corbani (fondatore, con Trotta, del Comitato SìMeazza, ndr). Io resto a favore della ristrutturazione dell’attuale stadio, attraverso un bando internazionale per avere un impianto moderno che, grazie a un tetto, potrebbe essere utilizzabile tutto l’anno anche per i concerti”.

Riguardo ai concerti a San Siro, il 30 giugno e il 3 luglio ci sarà il ritorno di Bruce Springsteen. Potrebbero essere gli ultimi suoi show nella Scala del calcio?

“Lo escludo: non saranno le ultime date del Boss a San Siro. Non c’è nessun segno che lui vada nella direzione di dire ‘basta“’. L’ha detto lo stesso Bruce: ‘Non vi libererete di me’”.

Tornando a Milano, quali sono i suoi luoghi del cuore?

“Via Pantano, dove sono stato tre anni e mezzo a Radio Canale 96, e il Teatro di Porta Romana, che non c’è più. Ma anche la Stazione Centrale”.

Perché?

“Perché proprio lì, da ragazzo, partecipai come comparsa al film di Adriano Celentano “Yuppi Du“. Il Molleggiato mi scelse anche per interpretare una piccolissima parte. Ma non ci riuscii, alla fine mi scartarono e feci solo la comparsa. Niente carriera da attore (Trotta ride, ndr)”