"Apri gli occhi al cielo", ecco il libro che aiuta i ragazzi a scoprire l'universo

Così le sei archeologhe di stelle e buchi neri incantano i più piccoli

Tullia Sbarrato, coautrice del libro

Tullia Sbarrato, coautrice del libro

Milano, 16 luglio 2019 - La loro specialità? I buchi neri. Esplorandoli avevano conquistato anche le attenzioni della Nasa. Adesso, sempre insieme, le sei archeologhe delle stelle si lanciano in una nuova avventura: prendono per mano i ragazzi e le ragazze dai dieci anni in su per guidarli alla scoperta dell’universo. Il risultato è “Apri gli occhi al cielo”, un invito e un libro edito da Mondadori. «Cosa vorreste che i ragazzi sapessero dell’universo? A questa domanda ci siamo guardate in faccia: è una vera occasione, ne abbiamo approfittato per cercare di cambiare anche il modo di parlare di scienza», sorride Tullia Sbarrato, astrofisica dell’università di Milano Bicocca che insieme a Edwige Pezzulli, Rosa Valiante, Maria Orofino, Simona Gallerani e Raffaella Schneider ha firmato l’impresa. «Siamo state anche noi bimbe interessate alla scienza e in quel frangente mancavano, e spesso mancano ancora, libri che mettessero al centro una bambina: abbiamo pensato di fare la nostra parte in questo piccolo cambiamento». La rivoluzione copernicana in 216 pagine parte da una ragazzina e dalla sorella astrofisica, porta alla ribalta storie di astronome meno conosciute dei colleghi maschi e adotta un linguaggio più neutro possibile. Perché il cielo è di tutti.

Al centro c’è l’universo - è una vera e propria guida dell’universo, con tanto di istruzioni per la “caccia alle stelle”, definizioni, leggende e attività - ma non è standard e focalizzato su sistema solare e galassie. «Abbiamo pensato di iniziare questo viaggio a partire dal nostro cielo: cosa c’è guardando in su? Man mano ci allontaniamo dalla comfort zone del pianeta - spiega Tullia Sbarrato -, raccontiamo com’è nato l’universo, il Bing Bang; i pianeti extrasolari sono il punto di arrivo, alla scoperta di altri mondi. Ci siamo sbizzarrite. E non potevano mancare ovviamente i buchi neri». Ai quali hanno dedicato e stanno dedicando molte ricerche. «Abbiamo cercato di superare lo stigma che fossero troppo esotici e complicati da raccontare, rendendoli più fruibili anche ai ragazzi». Con un libro scritto a dodici mani: «È stato interessante - confessa la ricercatrice milanese - abbiamo pensato a una scaletta, ci siamo divise i compiti e poi passavamo le sere a rimpastare, tagliare. Abbiamo sei teste, sei modi di comunicare e divulgare diversi, ma abbiamo trovato una buona mediazione ed è stato davvero divertente».

Le poesie di Silvia Vecchini e le illustrazioni di Alice Beniero hanno coronato l’impresa. Da settembre “Apri gli occhi al cielo” andrà anche in tournée, a cominciare dal Festival della Letteratura di Mantova. Mentre prosegue l’attività di ricerca delle sei archeologhe delle stelle: c’è chi si sta buttando a capofitto fra le onde gravitazionali e chi si sta dedicando alla divulgazione a tempo pieno per invitare grandi e piccini ad aprire gli occhi, facendosi catturare dalla meraviglia perché «anche se è sempre sopra la nostra testa, il cielo è un tesoro nascosto: occorre spostarsi, trovare il luogo adatto, il momento giusto e avventurarsi nella ricerca», spiega la protagonista del libro, rivolgendosi ai ragazzi. «S’impara a guardarlo, il cielo. E imparando ci si orienta sempre meglio. È come leggere una mappa, una gigantesca mappa che sembra muoversi e parlare attraverso luci, traiettorie e colori».

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