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Cultura e Spettacoli

Alessandro Oteri: "Le mie piccole sculture ai piedi delle star"

Il creatore delle calzature femminili più contese dalle dive Hollywood

Alessandro Oteri

Milano, 8 agosto 2019 - Sulla libreria  volumi d’arte e “Portofino”, una strepitosa scarpa décolleté, il suo capolavoro. Siamo nella casa di Alessandro Oteri, creatore delle calzature femminili più contese dalle dive Hollywood e non solo. «Sono nato a Chiavari: i colori, il mare, le terre della Liguria m’ispirano. Si chiama Portofino perché è riprodotto il disegno del promontorio».

Come mai disegna scarpe e non dipinge quadri?

«A volte faccio anche quello, ha visto i quadri all’ingresso? Sono miei. Ho lavorato in un’azienda ligure di scarpe da ginnastica, poi ho cambiato settore, mi sono trasferito a Milano e iscritto a Economia. Un giorno sono entrato in una fabbrica di scarpe femminili di Vigevano e ho visto la manifattura su ogni pezzo. Non sapevo nulla di quel mondo ma mi sono sentito subito a casa e non sono più andato via».

Quali stilisti hanno influenzato le sue creazioni?

«Salvatore Ferragamo, ha ideato le taglie, progettato ogni tipo di scarpa, sperimentato svariati materiali: chiunque inizi questo lavoro non può ignorarlo. Roger Vivier negli anni Cinquanta inventa il tacco a spillo, già in quegli anni prodotto a Parabiago; Manolo Blahnik è riuscito a dare un’allure all’accessorio. Grazie a lui oggi c’è più attenzione al design della scarpa».

Perché non progetta quelle da uomo?

«La scarpa femminile mi permette di essere fantasioso: sono piccole sculture. Per me la scarpa deve essere bella, portabile; sperimento nuove tecnologie per renderle più comode ed eleganti».

La sua vita sembra un’avventura.

«È avventuroso fare impresa in Italia, non ho mai incontrato un facoltoso finanziatore, qualcuno che volesse acquistare il mio marchio, forse perché non l’ho mai cercato; ci sono stati alcuni investitori ma questo mi ha portato a vivere alti e bassi, soprattutto bassi, sono stato fermo quattro anni. La più bella avventura? Oggi ho un partner industriale che investe e sostiene la mia collezione, la Lem s.rl. azienda leader in Europa nella galvanica (doratura, argentatura dei metalli nda). Daniele Gualdani, un imprenditore intelligente e illuminato che fa tutt’altro ma ha creduto in me, e mi ha permesso di ricominciare».

L’Italia è ancora considerata il miglior produttore di scarpe al mondo?

«Sì, esistono diversi poli manifatturieri, dal Napoletano alle Marche e alla Toscana, fino alla zona veneta del Brenta. Tutte le scarpe dei brand di lusso nazionali e internazionali, comprese le mie, sono fabbricate a Vigevano e Parabiago. Ci sono 300 passaggi dal disegno al negozio».

Le star impazziscono per le sue scarpe a edizione limitata.

«Lo scopro solo vedendole nei loro servizi fotografici; la rivista Playoy ha dato l’addio al nudo con l’immagine di Pamela Anderson che indossava solo le mie décolleté e Madonna le ha sfoggiate durante una festa».

Cose ha ricevuto dalla nostra città?

«Tutto, non avrei potuto esprimermi così in un altro luogo; per questo sotto il brand Oteri scrivo Milano. Ho rinunciato alle mie terre e alla mia gente ma ho trasformato il mio appartamento in un porto di mare, qui passano gli amici».