Milano, dalle Colonne a corso Como: ecco la mappa delle zone rosse

Le ipotesi sul tavolo: il 13 vertice tra Prefettura e Comune. Nel mirino lo spaccio nelle aree della movida

Movida in corso Como a Milano

Movida in corso Como a Milano

Milano, 3 maggio 2019 – Dalle colonne di San Lorenzo a corso Como. Dalla Darsena all’Arco della Pace. Inizia a delinearsi la mappa delle cosiddette «zone rosse» che potrebbero essere istituite nelle prossime settimane per combattere spaccio, degrado e microcriminalità in alcune aree della città considerate a rischio. Le ipotesi sul tavolo saranno vagliate nel corso del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Renato Saccone, che si svolgerà a Palazzo Diotti il prossimo 13 maggio e al quale prenderanno parte anche il Comune e i vertici delle forze dell’ordine: l’elenco, secondo quanto risulta al Giorno, comprende un numero ampio di vie e quartieri problematici (ci sono pure Corvetto, San Siro, via Padova e via Benedetto Marcello), e il confronto a Palazzo Diotti servirà proprio a scremare la lista per arrivare a tre-quattro zone da monitorare con particolare attenzione.

Partiamo dal concetto di «zona rossa», per quanto comunicato via circolare dal Viminale a inizio aprile: si tratta di una porzione di territorio ben definita da inibire a tempo a chi è stato denunciato per spaccio di sostanze stupefacenti, reati contro la persona e danneggiamento di beni. Si tratta di un provvedimento che si inserisce nel solco già tracciato nel 2017 dal decreto Minniti, che ha introdotto i concetti di «ordine di allontanamento» e «Daspo urbano», e che punta a dare più potere d’intervento ai prefetti, da affiancare a quelli di cui sono stati già dotati i sindaci. Da quanto emerso, l’intenzione del prefetto Renato Saccone è quella di concentrarsi sulle aree più frequentate dai giovani, a cominciare dalle zone della movida notturna, per limitare il più possibile lo spaccio di droga. Pensiamo, ad esempio, a corso Como, che specie nei weekend diventa meta per centinaia di ragazzi e che viene costantemente «presidiata» da pusher centrafricani, che di solito si piazzano ai piedi di via Capelli o nei pressi dei giardini intitolati ad Anna Politkovskaya.

Spesso le forze dell’ordine si ritrovano di fronte pusher magari già denunciati o arrestati qualche giorno prima, che, una volta rimessi in libertà, sono tornati a distribuire dosi di hashish o cocaina. Quindi, se corso Como diventasse «zona rossa», polizia e carabinieri avrebbero la possibilità di allontanare da quel luogo chi è stato già indagato per il reato di detenzione ai fini di spaccio. E lo stesso vale per altri luoghi di ritrovo come le Colonne di San Lorenzo, l’Arco della Pace o l’area del Ticinese, che comprende sia la Darsena che i Navigli. Senza dimenticare altri due luoghi già da tempo finiti nel mirino e divenuti di fatto «zone rosse» con il decreto Minniti: le stazioni Centrale e Rogoredo, entrambe rientranti nella casistica degli «ambienti interni e pertinenziali insistenti nelle infrastrutture del trasporto pubblico».

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