
di Monica Autunno
"Marzo ci ha rodato, a questo giro eravamo pronti". Protocollo fatto, piani singoli per settore elaborati dai dirigenti, monitoraggi e report: al via con la zona rossa la nuova stagione di smart working in Comune, "obiettivo tutela della salute, ma anche mantenimento integrale del servizio al cittadino". Sono un centinaio i dipendenti del Comune. Cifra approssimativa, per via di alcuni concorsi in essere e pensionamenti prossimi. Il regolamento per lo smart working era stato elaborato in pieno lockdown, "e dunque – così il segretario Fabrizio Brambilla e l’assessore al Personale Ilaria Scaccabarozzi – in una situazione sostanzialmente diversa".
Dall’avvio della zona rossa nuova accelerata al lavoro a distanza. Primo, elencare i settori indifferibili, e dunque le posizioni “non smartabili“: "Agenti di Polizia locale, personale degli asili nido, messi comunali. Circa 25 dipendenti su 100". Per tutti gli altri una percentuale di smart che può andare dal 30 al 75% dell’orario pieno (36 ore, eccetto che per 10 impiegati part time), nel rispetto di una serie di fattori: la tipologia dell’ufficio e delle mansioni, la posizione e i compiti, situazioni personali (previste da normativa) che rendano necessario l’aumento della percentuale a distanza.
"I piani per i singoli settori – spiega Brambilla – sono stati predisposti dai 7 dirigenti. Avviata l’attività secondo le nuove modalità, sono previsti report periodici e restituzioni, a seconda dell’evolversi della situazione e delle criticità eventualmente createsi. In questa fase, devo dire, molto poche". I settori poco “smartabili“? "La gran parte, ad attività in esercizio. Le scuole sono aperte, l’interfaccia con gli uffici comunali necessaria. Sono aperti molti cantieri, dunque il settore dei lavori pubblici, urbanistico e tecnico sono impegnati a pieno ritmo". I servizi sociali, fondamentali: personale a rotazione, con presenza fissa di almeno uno su quattro assistenti sociali. Sicuramente l’Anagrafe e tutti gli sportelli d’interfaccia.
Il settore più gestibile a distanza? "Forse il settore contabile. Ma non del tutto". Come è strutturata la presenza? "L’indicazione è di strutturare lo smart working sull’intera giornata. Ma in alcuni casi, soprattutto in concomitanza delle aperture lunghe degli uffici, un impiegato può essere presente mezza giornata e assente l’altra metà". I dirigenti? "Ai dirigenti viene chiesto di mantenere una presenza idonea a garantire il coordinamento delle attività". L’attività di digitalizzazione della macchina comunale era già stata portata avanti negli anni scorsi, "oggi l’impiegato accende il pc da casa ed è in ufficio, con tanto di deviazione di chiamata predisposta". È stata necessaria una formazione ad hoc? "No, il tutto è abbastanza semplice". A proibire qualsiasi rallenty pensa la normativa, "che in tempi di lockdown aveva disposto la sospensione di alcuni provvedimenti amministrativi, nel pubblico e nel privato. Stavolta non è così.
"Sino a questo momento, e seppure il monitoraggio sia continuo – così Ilaria Scaccabarozzi – non sono state rilevate particolari criticità. Un cittadino ottiene un appuntamento in massimo tre giorni e i numeri su carte di identità o documenti sono in linea. Non credo sia così ovunque". Di ufficio in ufficio l’effetto vuoto. "Il Comune – così ancora Brambilla – ha spazi ampi, che riducono al massimo il rischio di contatto. Smart a parte, vi sono regole base: mascherina, igienizzazione, limitazione dei movimenti interni, niente riunioni affollate. E macchinetta del caffè per massimo due persone alla volta".