
L’ingresso del centro sportivo gestito da Barona Sporting 1971 in via San Paolino
Milano – Sono stati appena promossi in Eccellenza, ma dal prossimo 1° settembre non avranno un campo e un impianto sportivo in cui giocare e allenarsi. Paradossale destino per la squadra d’Eccellenza e per i team del settore giovanile della Barona, storica compagine calcistica – la data di fondazione è il 1971 – radicata nel quartiere omonimo, periferia sud della città.
Nel mirino dei controlli di Palazzo Marino sono finiti gli impianti costruiti intorno al campo di via San Paolino. Quasi tutti abusivi. Almeno così si legge nella determina comunale di lunedì che ha per oggetto “la dichiarazione di decadenza della Barona Sporting 1971 dalla convenzione avente ad oggetto una concessione d’uso dell’area di via San Paolino 9 e dell’impianto sportivo ivi realizzato per grave inadempimento degli obblighi contrattuali, con effetto dal 1° settembre 2025”.
L’atto di Palazzo Marino contesta alla Barona una serie di costruzioni abusive – da tre campi da padel sotto una tensostruttura a fabbricati in muratura fino alla tribuna in acciaio di fronte al campo di calcio a 11 – che già nell’aprile 2022 l’amministrazione aveva contestato alla società calcistica, la quale si era impegnata a procedere alla regolarizzazione degli interventi e a iniziare le opere di demolizione. Nel 2023 il Comune accertava la demolizione solo di una parte delle costruzioni abusive finite nel mirino. Da qui, nel giugno di quell’anno, un altro invito a procedere con le ulteriori demolizioni.
La Barona, però, invece di buttar giù le opere abusive rimaste, nel luglio del 2024 ha presentato a Palazzo Marino una progetto di riqualificazione dell’impianto sportivo. Il Comune, però, non ha fatto un passo indietro e ha chiesto al club di trasmettere un cronoprogramma delle demolizioni ancora da eseguire e di presentare il progetto di restyling al Parco agricolo Sud. Nessuna delle due azioni è stata compiuta dalla Barona. MUro contro muro.
Gli ultimi passaggi della controversia, quelli che hanno portato alla decisione di far decadere la Barona dalla convenzione che le affidava il campo e l’impianto sportivo, sono riportate nei dettagli dalla determina comunale: lo scorso 10 aprile l’Area Sport del Comune comunicava alla Barona “di non poter ammettere ulteriori dilazioni temporali nella programmazione della rimessione in pristino di quanto realizzato in assenza delle prescritte autorizzazioni su immobili soggetti a vincolo paesaggistico, ai sensi dell’art. 181 del d. lgs 42/2024 Codice dei beni Culturali ma si rendeva ancora disponibile, sempre nella logica di una reciproca collaborazione finalizzata alla rimessione in pristino nel più breve tempo possibile di quanto realizzato in assenza di autorizzazione, a sottoporre al Parco Agricolo Sud soltanto i layout preliminari sino ad allora presentati, a condizione però che venisse prontamente sottoscritto, per assunzione di impegno, il cronoprogramma nei termini già indicati”.
Con una comunicazione del 30 aprile, la società sportiva dava riscontro alla comunicazione del 10 aprile “ respingendo la tempistica proposta nel cronoprogramma del Comune e declinando la responsabilità della costruzione di opere prive di titolo edilizio attribuita ad altri soggetti”. La situazione, a quel punto, è precipitata, fino alla decadenza della convenzione messa nero su bianco dal Comune lunedì.
Eppure, non più tardi del 3 aprile, la Barona, dopo la vittoria per 4-0 sulla Paullese (la settima di fila), aveva vinto matematicamente il girone E di Promozione con tre giornate d’anticipo, staccando il pass per la prima storica partecipazione in Eccellenza. La società, in un comunicato ufficiale, parlava di “traguardo straordinario” e di “storica vittoria”. Sì, perché la Barona era stata promossa in Eccellenza per la prima volta nella sua storia. Poco più di un mese e mezzo dopo, però, ecco la doccia gelata. La squadra è in Eccellenza, ma dal prossimo 1° settembre non potrà più contare sul campo di via San Paolino.