
Yuri Guaiana
Milano, 11 maggio 2017 - "È stato rilasciato Yuri Guaiana", l'attivista per i diritti gay fermato questa mattina a Mosca. Lo comunica su Twitter il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova che fa sapere anche che Guaiana "assistito dal Consolato, viene accompagnato ora in aeroporto".
Yuri #Guaiana è stato rilasciato. Assistito dal Consolato, viene accompagnato ora in areoporto. @CertiDiritti #Gay #Cecenia #Mosca
— BenedettoDellaVedova (@bendellavedova) 11 maggio 2017
Solo poche ore prima il sindaco di Milano Giuseppe Sala, sempre su Twitter aveva espresso preoccupazione per l'arresto di Guaiana, auspicandone l'immediata liberazione.
Siamo molto preoccupati per l'arresto a Mosca di Yuri Guaiana, attivista di @CertiDiritti. Auspichiamo la sua immediata liberazione.
— Beppe Sala (@BeppeSala) 11 maggio 2017
Guaiana, 43 anni, originario di Cantù dove ha fondanto anche il comitato locale di Arcigay, si è laureato in Scienze Politiche a Milano nel 2000, poi si è trasferito a Sydney dove ha lavorato per un anno. Nel 2011 è stato eletto vicepresidente del Consiglio di zona 2 di Milano nelle liste dei Radicali, ed è rimasto in carica fino a giugno del 2016, anno in cui è stato eletto segretario nazionale dell'associazione radicale Certi Diritti.
Guaiana è stato fermato stamattina, assieme a 4 attivisti russi dalla polizia mentre portavano alla procura generale le firme raccolte per chiedere un'inchiesta sui presunti abusi sui gay ceceni. Sono accusati di aver violato "l'articolo 20.2 del codice amministrativo", ovvero l'organizzazione di manifestazioni senza autorizzazione. Lo sostiene Nikita Safronov, uno degli attivisti fermati e rilasciato per primo dalla polizia.
Poco prima del rilascio Yuri Guaiana aveva fatto sapere: "Siamo qui da 4-5 ore hanno portato del tè ai poliziotti ma noi non abbiamo avuto né cibo né acqua. Voglio comunque ringraziare il console che abbiamo già incontrato, la Farnesina e il sottosegretario Della Vedova che subito si sono interessati al nostro caso". Vicinanza a Guaiana è stata espressa sin da subito dai Radicali italiani, da Alessandro Zan deputato Pd e attivista della comunità Lgbt e da Marco Cappato tesoriere dell'associazione Luca Coscioni. Mentre il portavoce del Gay Center Fabrizio Marrazzo ha chiesto l'immediata liberazione di Guaiana.