PAOLO GALLIANI
Cronaca

World Pasta Day: a 3 stelle o a 2 euro, il piatto tricolore icona "rassicurante"

Oggi si celebra la Giornata mondiale del simbolo della nostra cucina che ha conquistato tutti gli angoli del globo: dieta bilanciata, risparmio e creatività le formule di un classico

World Pasta Day: a 3 stelle o a 2 euro, il piatto tricolore icona "rassicurante"

Milano - ​Ha la leggerezza goduriosa del cibo rifugio che non ha bisogno di grandi presentazioni: facile da preparare, portare in tavola, condividere. E adottare: perché se la pasta è un’ospite fissa nelle cucine degli italiani, è una lingua globale non meno di quanto lo sia l’idioma di Shakespeare. E se non è una sorpresa, a stupire è la simpatia con cui questo piatto identitario dell’alimentazione tricolore viene accolto. E cucinato: sempre più "al dente" giura l’82% dei cuochi di formazione italiana sparsi per il globo. Lo rivela il report presentato, a Milano, dall’Unione Italiana Food assieme alla Federazione Italiana Cuochi e all’Italian Trade Agency, per marcare il World Pasta Day, con focus illuminanti su quella che viene considerata un’icona del “social eating” oltre che uno dei presìdi più esportabili della nostra cultura gastronomica.

Cifre loquaci. Perché se è vero che gli italiani sono i più grandi consumatori con 23 chili annui pro capite e anche i maggiori produttori di pasta (ogni giorno, 75 milioni di porzioni arrivano nelle case e nei ristoranti di 200 Paesi) a scatenare l’interesse è la sua popolarità planetaria: 17 milioni di tonnellate di pasta consumata in un anno, quasi il doppio della quota registrata una decina di anni fa. Della serie: il mondo ha sempre più voglia di pasta. E che venga definita noodle, pâte o fideos, poco importa: mangiandola, tutti scomodano l’Italia, che infatti spedisce all’estero il 60% dei pacchi di pasta che produce. Ovvietà: sono oltre 2mila i locali che nei 5 continenti propongono maccheroni, penne, fusilli e gli immancabili spaghetti, versione che conserva il suo look plebeo ma che, a ragione, molti considerano il test obbligato per valutare il valore di uno chef in cucina, spaghetti peraltro osannati perfino da Sophia Loren durante un’intervista con un aforisma diventato seriale "Tutto quello che vedete lo devo a loro".

La giornata mondiale di oggi punta a riaffermarlo: se l’innovazione è l’ossessione dell’alta cucina, a dominare è sempre la tradizione, in particolare quella mediterranea. Come ieri, nell’elegante location meneghina di Identità Golose, hanno ribadito gli ospiti chiamati a celebrare la Giornata Mondiale odierna e come hanno confermato le decine di cuochi impegnati in ristoranti italiani nel mondo interrogati sulle tecniche di preparazione più gettonate. Stravince (67%) il modello consueto di cottura, con acqua che bolle e fuoco acceso fino al raggiungimento dei tempi previsti poi scolata e condita oppure cotta in padella con il condimento (30%). E ancora: il 22% dei ristoranti italiani all’estero serve maxi-porzioni superiori ai 100 grammi. Su tutto e tutti, il suo posizionamento nel ranking dei piatti più accessibili: in Italia, con mezzo chilo di pasta e pochi altri ingredienti (pomodoro, olio, spolverata di formaggio) si riesce a preparare un pasto nutriente e bilanciato per 4 persone spendendo poco più di 2 euro. E oggi, come gesto dalla forte simbologia, i pastai italiani offriranno alle mense Caritas di Milano, Roma, Napoli e Palermo quello che serve per comporre 250mila pasti caldi. Cibo rassicurante, interclassista e solidale. Che non conosce barriere, anzi le abbatte. La pasta palindromo gastronomico: che la si gusti da destra o da sinistra, a Milano o a Saigon, se è buona e non è maltrattata, è un piacere. Universale.