REDAZIONE MILANO

Wonton, a domicilio l’anatra affumicata al tè

In questi anni, abbiamo visto di tutto: la cucina in salsa catodica, quella neo-contemporanea, quella dalla pretesa fusion che spesso si rivela “confusion”. E ci sarà pure un motivo se, in cerca di punti fermi, vengono in soccorso le “cose buone” che ci ha abituato ad apprezzare Agié Zhou, milanese di cuore dentro ai tratti genetici e professionali di un vero ristoratore cinese. Il quale, non accontentandosi di avere aperto in via Sarpi due notissime raviolerie e di avere avviato in viale Monza il piccante “Le Nove scodelle”, ha infine regalato ai cultori della grande cucina cinese l’ottimo “Wonton”, in via Panfilo Castaldi. Che dopo due mesi di black-out per le restrizioni imposte dal Covid, è tornato (almeno in parte) ad essere un locale godibile. Come? Grazie al take away e al delivery, inglesismi un po’ inflazionati ma che permettono di ordinare i piatti di verdure cucinati al vapore o in wok, i gamberi Kong Bao e l’imprescindibile delizia nazionale: l’anatra in stile Pechinese. Certo, gustarla sul posto sarebbe la cosa migliore. Nell’attesa, l’asporto è già di conforto, come la consegna a domicilio (prenotazione: 02.36574037). Con piatti che rivelano la scommessa di questo abile ristoratore 37enne: l’abbinamento tra l’infinito ricettario che si rifà alla terra della Grande Muraglia e le materie prime del Belpaese. A cominciare dai “cetrioli massacrati” in salsa di soia speziata e coriandolo, per proseguire con la versatile serie di ravioli, i gamberoni in salsa agrodolce e nocciole di Alba e – appunto – l’iconica “Anatra Xunya”, affumicata al tè e saltata in wok con pepe di Sichuan. Dopo il Wonton, ovvio, c’è sempre spazio per onorare anche gli altri tre locali di Agiè. Giusto per tornare in Sarpi e degustare i “ravioli di Dongbei” con ripieno di manzo, maiale e verdure e le tagliatelle fresche. Oppure, optare per le infuocate pietanze di viale Monza. Serve un dolce. C’è e ha un nome dal suono un po’ italico: “Danta”, tartellette di sfoglia alla crema pasticcera cotta. Questo sarà anche un periodo grigio, ma chi lo assaggia giura sia un cromatico peccato di gola.

Paolo Galliani