WeSchool, lezioni online per gli studenti e le aziende

La piattaforma di didattica digitale vanta 1,7 milioni di utenti e da due anni macina profitti

Il team di WeSchool

Il team di WeSchool

Milano, 19 settembre 2020 - «La storia di WeSchool? È fatta anche di scommesse in anticipo sul mercato, che a distanza di 15 anni si stanno avverando". Nel 2004 Marco De Rossi, oggi trentenne, era un "primino" che cercava un corso di ‘coding’ a scuola e finì per realizzare da volontario il sito del liceo, il Manzoni. Oggi è il Ceo della sua creatura, WeSchool, piattaforma per la classe digitale con 1,7 milioni di utenti. In estate ha chiuso un aumento di capitale di 6,4 milioni di euro e con le suite di Google e Microsoft è stata una delle tre applicazioni gratuite indicate per la didattica a distanza dal Miur nel lockdown.

De Rossi, si considera uno startupper che ce l’ha fatta? "Non siamo più startup, WeSchool è nata nel 2016 ed è profittevole da due anni: abbiamo chiuso il 2019 con mezzo milione di Ebitda, abbiamo 230mila docenti a bordo. Con il finanziamento, sottoscritto diversi fondi di venture capital, amplieremo il team da 10 a 35 persone".

La scuola riapre in presenza: cosa sarà di quella online? "Resterà, come lo smartworking, senza contrapposizioni. Il dibattito si limita ai banchi a rotelle, ma deve riguardare anche la didattica: nel 2007 lo smartphone in aula era stato vietato, per essere riammesso 11 anni dopo".

Il digitale favorisce nuove metodologie? "La scuola deve coinvolgere e la tecnologia è solo uno strumento. La didattica online è meno efficace se l’87% dei docenti ripropone la lezione frontale: è come attaccare i cavalli a una Ferrari. Con WeSchool è possibile fare ‘social learning’. C’è il ‘board’, la lavagna condivisa, il ‘teach-to-learn’ per creare gruppi dedicati a temi particolari e spiegarli ai compagni e la ‘classe capovolta’: al pomeriggio si fa teoria, al mattino pratica".

Qual è il modello di business? "Proponiamo corsi online per i docenti digitali (da 0 a 74 euro, nda), ma WeSchool è anche una piattaforma per la formazione aziendale: ci hanno scelto Telecom, Regione Calabria e Arma dei Carabinieri. Altre come Generali, Enel e Intesa hanno creato contenuti speciali rivolti alla scuola".

E quella storia di Oilproject? "A scuola il corso di ‘coding’ non c’era e, una volta fatto il sito, il preside Luigi Barbarino, mi ‘pagò’ in buoni Fnac. Così decisi di aprire Oilproject, piattaforma di condivisione di contenuti online Era l’embrione di WeSchool e ancora non esisteva Youtube...".

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