
Wanda Nara
Milano, 28 ottobre 2017 - Già era finita malissimo a livello personale e calcistico. L’ex marito e quello attuale, prima grandi amici e compagni di squadra, poi nemici perché lei, Wanda Nara, aveva lasciato l’uno scegliendo l’altro. Erano seguite ovvie discussioni nello spogliatoio, cambi di squadra, compagni imbarazzati, mancate strette di manotra gli ex amici all’ingresso in campo da avversari. Ora, non fosse bastato, c’è anche un’appendice giudiziaria che si gioca davanti al tribunale penale. Per «recare un danno» al suo ex marito, l’attaccante Maxi Lopez, ora all’Udinese e con cui il matrimonio finì in modo tormentato, Wanda, attuale moglie e manager dell’attaccante dell’Inter Mauro Icardi, anche lui argentino, avrebbe postato su Twitter e Facebook, condividendoli «pubblicamente», dati personali tra cui il numero del cellulare dell’ex consorte.
Per questo la showgirl nata a Buenos Aires, difesa dal legale Marco Ventura, è finita a processo per trattamento illecito di dati privati. A dare il via al capitolo processuale è stata la denuncia del giocatore, in passato centravanti anche al Milan e al Torino, rappresentato dall’avvocato Aldo Cribari. Il dibattimento a carico di Nara, sposata con Icardi che era compagno di squadra di Lopez nella Sampdoria, è iniziato ieri alla seconda sezione penale davanti al giudice Paola Bulgarelli, cognome che agli appassionati di calcio non più giovani dice più di qualcosa.
Il dibattimento, solo avviato, è stato subito rinviato al 22 novembre, quando in aula è atteso proprio Maxi Lopez, parte civile, per l’interrogatorio. Nell’imputazione per Nara, formulata dal pm Galileo Proietto, si accusa la showgirl sudamericana di aver condiviso il 22 giugno del 2015 sui social i dati personali, tra cui anche l’indirizzo email dell’ex marito, con cui lo scontro pubblico andò avanti a lungo negli anni passati, al fine di «trarne profitto» procurando «nocumento» a Maxi Lopez. In quel periodo, fra l’altro, erano in corso «le operazioni di calciomercato». E la condotta di Nara, secondo il pm, avrebbe in qualche modo impedito che Maxi potesse esserne protagonista al meglio, «per via del susseguirsi di chiamate e email da parte di fans», che per l’accusa avrebbero turbato «un normale svolgimento delle trattative commerciali e calcistiche dell’atleta».