BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Walter Delogu: mi sento un sopravvissuto

L’ex braccio destro di Muccioli, autore della serie “SanPa“, è tornato a Cassano per raccontare la sua storia di caduta e riscatto

Walter Delogu

di Barbara Calderola

Il filo dei ricordi si riannoda in un attimo. Il linificio dove suo padre faceva lo spedizioniere è ridotto a un rudere, ma a lui sembra una cattedrale che custodisce i ricordi più sacri. Quelli di un’infanzia e di un’adolescenza cancellate troppo in fretta dal viaggio negli abissi della droga. Walter Delogu, braccio destro di Vincenzo Muccioli, è tornato a Cassano per un giorno. "Che emozione. Sono cresciuto qui". Ospite d’onore di Giuseppe Legnani e del ciclo di incontri per i 70 anni della sua attività, su invito del presidente dei commercianti ha raccontatola sua storia e il suo riscatto alla città dove sono cresciuti insieme. Lo scrittore con “SanPa”, la serie trasmessa da Netflix, ha raggiunto una popolarità enorme: 50 milioni di spettatori, ma non si è montato la testa.

Emozionato?

"Tantissimo. Se sei nato qui l’odore del fiume ti resta dentro. Questa città per me è una riserva d’amore alla quale attingere nei momenti bui. Non ci vengo da anni, ma appena ci ho rimesso piede mi sono accorto di quanto mi sia mancata. Il primo bacio, le partite a pallone all’oratorio. Un Eldorado. Copione perfetto da sana provincia italiana".

E poi cosa è successo?

"Pensando di darmi un’opportunità i miei mi hanno strappato da questo mondo ovattato e ci siamo trasferiti a Milano, in un quartiere borghese dove loro facevano i portinai e io non ero nessuno. Finché non ho incontrato la classica cattiva compagnia. Avevo 14 anni, il passo dallo spinello all’eroina in una città violenta, dove si sparava ogni giorno, è stato breve".

Si sente un sopravvissuto?

"Esattamente. Ho 65 anni, la mia generazione è stata falcidiata dalla droga. Se ti facevi finivi in carcere o in psichiatria: ho fatto entrambe le esperienze, finché la malavita organizzata che mi aveva reclutato non mi ha obbligato a entrare in comunità. E ho conosciuto Muccioli".

Era il suo uomo di fiducia.

"Per otto anni abbiamo vissuto fianco a fianco. Dopo la disintossicazione ho cominciato a lavorare nell’allevamento. E lui mi ha notato. Aveva bisogno di un autista e ha preso me. Poi, quando è nata mia figlia (la conduttrice Andrea Delogu) ho deciso di uscire. Ho fatto mille lavori, ma quando tornavo a casa e la bambina mi abbracciava sentivo una forza che mi spingeva a rigare dritto. È lei che mi ha salvato. Ho fatto il concorso e sono diventato un uomo dello Stato, ottavo su 500, ne vado orgoglioso. Sono nel 118, all’inizio guidavo le ambulanze, ora sono sull’auto medica".

E gira nelle scuole a testimoniare.

"Per me è un imperativo categorico. Racconto ai ragazzi come è facile cadere e come è difficile rialzarsi. Quasi nessuno dei miei amici, a parte me, è qui a raccontarlo. Li prego di non cedere alla tentazione".

Ma come si fa a evitare la trappola?

"Con l’amore, il calore, il dialogo. Non è colpa di nessuno ma alle famiglie dico: non lasciate soli i figli. È questo il segreto, ma a che prezzo l’ho capito. Io sono rinato, ma troppo pochi hanno una seconda possibilità".