Pedofilia, famiglia di giovane abusato scrive al Papa: "Giustizia"

Lettera a Bergoglio

Una manifestazione contro la pedofilia all’interno della Chiesa e le coperture date a chi si è macchiato di reati terribili ai danni di giovanissimi

Una manifestazione contro la pedofilia all’interno della Chiesa e le coperture date a chi si è macchiato di reati terribili ai danni di giovanissimi

Rozzano (Milano), 3 marzo 2019 - «Caro Papa, ti scriviamo a nome nostro e di tutte quelle vittime senza voce o che non sono state ascoltate, affinché si possano manifestare quelle azioni concrete di cui hai parlato per tutelare i bambini contro i preti pedofili». La famiglia Battaglia ha indirizzato la lettera direttamente a papa Francesco, ripercorrendo la vicenda di Alessandro, un ragazzo di Rozzano che nel 2011 aveva trovato il coraggio di denunciare le molestie subite da don Mauro Galli, che una volta aveva invitato l’allora 15enne a dormire con lui. Alessandro ha trascorso sette anni a cercare giustizia, ottenuta, solo in parte lo scorso settembre con la condanna in primo grado a 6 anni e 4 mesi per il sacerdote, trasferito nel 2012 da Rozzano a Legnano con l’incarico di responsabile della Pastorale giovanile. Una decisione contro la quale la famiglia si era opposta, iniziando a scrivere una lunga serie di missive alla Congregazione per la Dottrina della fede.

«Finalmente le settimana scorsa il presidente dell’associazione Rete Abuso, Francesco Zanardi, ha incontrato l’arcivescovo Scicluna, padre Lombardi e alcuni membri della Commissione che ha organizzato il summit in Vaticano sulla protezione dei minori – ripercorrono le tappe Cristina Balestrini ed Ettore Battaglia, genitori del ragazzo –. Zanardi ha potuto consegnare il dossier sulla gestione della diocesi di Milano, proprio sul caso che ci riguarda personalmente. Lombardi ha ritirato il materiale e ha riferito che aveva già le nostre lettere».

I genitori provano questa volta ad arrivare direttamente a papa Bergoglio: «Il processo canonico è sato avviato solo nel 2015 e ancora non ne sappiamo nulla. Occorre un summit mondiale per rendere consapevoli i vescovi che abusare e insabbiare non è una cosa buona? Caro Papa – concludono la missiva –, dopo tante richieste rimaste inascoltate, ti chiediamo ora di darci risposte concrete». Francesca Grillo

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