Violenza di genere e familiare: "Aumento casi legato ad alcol e droga"

Lo riferiscono i dati del distretto della corte d'Appello di Milano che raccoglie le procure di Como, Lecco, Monza, Varese, Pavia, Lodi e Sondrio. I casi di tentato omicidio sono passati da 197 a 243

Violenza sulle donne

Violenza sulle donne

Milano, 4 marzo 2015 - Aumentati nel giro di pochi anni i casi di tentato omicidio, passati da 197 a 243 tra il 2011 e il 2013. Di questi il 60% sono episodi avvenuti tra le mura domestiche e ai danni delle donne. casi di stalking, invece, da 1699 sono saliti a 2344, mentre quelli di riduzione in schiavitù e tratta delle persone, la punta dell'iceberg del favoreggiamento e dello sfruttamento della prostituzione, sono cresciuti rispettivamente da 60 a 367 e da 7 a 13. Sono questi i dati delle denunce registrati nell'ultimo triennio dalle procure del distretto della Corte d'Appello di Milano che comprende anche Como, Lecco, Monza, Varese, Pavia, Lodi, Sondrio.

Numeri che incrociati con quelli sulla tossicodipendenza, ulteriormente incrementati e, quindi, passati da 5768 a 5903 casi, fanno dire «con certezza che uno dei motivi dell'aumento delle violenze in famiglia e dovuto all'aumento del consumo di droga e alcool». È quanto sostiene Jole Milanesi, giudice della Corte d'Appello, anticipando uno dei temi centrali dell'incontro che si terrà giovedì pomeriggio alla Società Umanitaria dal titolo "Abuso di sostanze e violenza domestica". Il giudice Milanesi, relatrice al convegno assieme al collega della Cassazione Bruno Giordano, alla matrimonialista Anna Maria Bernardini De Pace, e alla responsabile del Servizio Violenza Sessuale e Domestica della clinica Mangiagalli, Alessandra Kustermann, ha spiegato tra l'altro che «la terza sezione della Corte d'Appello tratta un caso alla settimana o di tentato omicidio o di lesioni gravissime» ne confronti di donne. Il magistrato oltre a sottolineare che, in questo quadro «l'abuso di sostanze stupefacenti e di alcool è un marker di rischio da tenere sotto stretta osservazione», ha aggiunto che, dagli studi fatti, l'incremento delle violenze tra le pareti domestiche, tra le quali si contano «anche i matricidi», è dovuto anche alla «situazione economica» familiare e «alla nuova difficoltà dell'uomo nella gestione dei rapporti di coppia e più precisamente della fine della relazione. Non riesce ad accettare di essere lasciato».

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