ANDREA GIANNI
Cronaca

Senza lavoro, lo troverà agli altri: un milanese vince il concorso da navigator

Akbar Giovanni Memon, ex creatore di startup e ospite televisivo

Akbar Giovanni Memon

Milano, 27 giugno 2019 – Di cambiamenti di vita e delle sfide del mondo del lavoro Akbar Giovanni Memon se ne intende. Nel 2000, in tasca una laurea in Economia alla Bocconi, decise di lasciare un ben remunerato posto fisso nella multinazionale del farmaco Bayer per lanciarsi in un’avventura imprenditoriale. Sull’onda del boom di internet e della new economy fondò un portale (cambiolavoro.com) che negli anni d’oro contava dieci dipendenti, un giro d’affari di due milioni di euro e 300mila iscritti alla newsletter, tra imprese e persone in cerca di impiego messe in contatto dalla rete. Una storia di successo che lo portò alla ribalta, ospite di trasmissioni televisive in qualità di esperto di lavoro, fino a quando la bolla è scoppiata: i colossi della selezione del personale hanno occupato il mercato mettendo i più piccoli nell’angolo. Per Akbar Giovanni Memon, milanese figlio di un ingegnere pakistano e di madre italiana, è arrivato un nuovo cambiamento di vita, all’età di 49 anni e con tre figlie, Marta, Linda e Caterina, di 19, 17 e 13 anni. È uno dei 76 vincitori assegnati al territorio della Città metropolitana di Milano nel maxi-concorso per navigator, figure chiave nella partita del reddito di cittadinanza e della riforma dei centri per l’impiego, provvedimento bandiera del M5s: una nuova figura professionale che ha il compito di seguire il disoccupato fino all’assunzione, in cambio di uno stipendio di circa 1.700 euro al mese fino al 30 aprile 2021.

Come mai ha scelto di tentare il concorso?

«Per me è stata una nuova sfida, non avevo mai partecipato a un concorso pubblico. Nella mia vita ho scelto di fare l’imprenditore, ma in questo periodo sto cercando nuovi sbocchi e ho deciso di provare, anche perché condivido la logica del reddito di cittadinanza. L’ho fatto per curiosità, per mettere un piede nel settore pubblico. Il concorso è stato organizzato perfettamente e, per le mie competenze e la mia età, non ho trovato i quesiti particolarmente difficili. Lo stesso giorno mia figlia sosteneva lo scritto della maturità, entrambi eravamo sotto esame. Mia cognata ha visto per prima i risultati e mi ha scritto un messaggio. Io mi aspettavo di passare....».

Adesso di che cosa si occupa?

«Dirigo ancora la società che gestisce cambiolavoro.com, anche se l’attività si è ridimensionata».

Come mai?

«Nel 2000 internet stava decollando, siamo stati tra i primi a creare un servizio solo online che mettesse in contatto le aziende con le persone in cerca di impiego. Abbiamo dato lavoro a un po’ di persone, ma attività come la nostra fanno fatica a resistere alla globalizzazione e alla concorrenza dei big del settore. Prima sul mercato c’erano 700 agenzie medio-piccole, adesso sono rimasti solo una quindicina di operatori. Hanno spazzato via tutto».

Adesso continuerà a occuparsi di lavoro, ma per il settore pubblico...

«La macchina si è messa in moto, e il Governo ha dimostrato di crederci. Io metterò a disposizione le mie competenze, la grande sfida è quella di riuscire a cambiare la mentalità delle persone, facendo sì che il reddito diventi davvero un incentivo a trovare lavoro. Ma la vera chiave di volta sono gli sgravi fiscali per le aziende. Dopo tanti Governi, per la prima volta è stata fatta una misura di sinistra».

Lei ha votato M5s?

«Non sostengo alcuna forza politica. In questo periodo sono abbastanza disincantato, anche su chi si presenta come il nuovo che avanza».

Quando inizierete a lavorare?

«Dovremmo partire a luglio dopo una settimana di formazione, in linea teorica la nostra sede saranno gli uffici Afol di Milano ma non ci hanno ancora comunicato nulla. Siamo al buio».

Dopo aver lasciato il lavoro per mettersi in proprio, ora le piacerebbe tornare al posto fisso?

«Solo a patto che ci siano opportunità di crescita. Parto con una mansione che mi sta stretta per la mia formazione. Potrei dare molto di più e i primi mesi saranno decisivi per farmi un’idea. Siamo lavoratori a termine, ma sono convinto che nel 2021 ci verrà proposta una stabilizzazione, anche per evitare il rischio di ricorsi. Io mi sento sempre un imprenditore».