
Milano – “Penso che l’abbattimento sia un crimine che va denunciato alla magistratura”, si muove anche Vittorio Sgarbi sul caso sollevato da Il Giorno giovedì 9 novembre della palazzina degli anni Venti tra viale Umbria e via Sigieri, ex sede della storica casa discografica La Voce del Padrone, che verrà abbattuta per far posto a un maxi condominio di 6 piani e 126 appartamenti.
Appello alla magistratura
“La magistratura – dice il sottosegretario alla Cultura interpellato da MiaNews – dovrebbe occuparsi anche di cose come queste. Solo l’idea di quello che dovrebbe essere messo al suo posto, fa capire che siamo davanti a un crimine del Comune, una responsabilità grave”.
Non solo soldi
"Bisogna impedire l’abbattimento – prosegue Sgarbi – visto che non è in grado di capirlo il Comune. Questa mancanza di sensibilità è insopportabile, è l’inizio di una immoralità profonda. Non capire il passato, non capire la storia, pensare solo ai soldi è terribile”.
Lettera alla Soprintendenza
Domani, lunedì 13 novembre, Sgarbi ha annunciato che invierà una lettera alla Soprintendente Emanuela Carpani e al direttore generale Luigi La Rocca “segnalando che è nostro dovere, al di là del fatto che l’edificio sia vincolato o meno, vincolare le decorazioni". Il riferimento è agli affreschi e ai fregi sulla facciata. "Siccome le decorazioni dell'edificio sono dentro la legge di tutela – ha spiegato – questo dovrebbe consentire un vincolo molto facile. Quindi cerchiamo di impedire l’abbattimento di un edificio storico”.
Il vincolo
“La presenza di decorazioni che rappresentano un momento preciso, un’epoca – ha continuato – consente il vincolo dell’edificio. In molti potrebbero dire che l’edificio non è particolarmente importante, invece i fregi lo sono. La Soprintendenza dovrà intervenire, al di là del fatto che anche il manufatto sia di architettura particolarmente pregevole”.
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro