
Milano, via intitolata a Valentino Mazzola
Milano, 13 novembre 2017 - Milano celebra Valentino Mazzola e gli Azzurri d'Italia. Questa mattina, si è tenuta la cerimonia per dedicare una via della città al capitano del Grande Torino, che morì nella tragedia di Superga, e allo sport nazionale. Due nuove strade del capoluogo lombardo, entrambe intitolate con una cerimonia pubblica, che celebrano la storia dello sport italiano. Dopo i giardini Helenio Herrara, il Comune di Milano prosegue nel ricordo degli sportivi, inserendo nella toponomastica cittadina un altro celebre rappresentante del mondo del calcio, capitano del Grande Torino e considerato uno dei piu' grandi numeri 10 di tutti i tempi, accanto a tutti gli atleti che hanno indossato la maglia azzurra rappresentando l'Italia nelle discipline sportive riconosciute dal Coni. Alla cerimonia, oltre all’Assessore al Turismo, Sport e Qualità della Vita Roberta Guaineri, ai rappresentanti del Coni e alle autorità locali, presenti la famiglia Mazzola e le massime cariche del Torino. Numerosi anche tifosi e appassionati sportivi. "E' molto importante sostenere lo sport anche attraverso l'intitolazione di spazi pubblici che ricordino la storia e gli esempi - ha detto l'assessore al Turismo, Sport e Qualita' della Vita, Roberta Guaineri -. I valori rappresentati dallo sport sono universali e queste nuove strade sono un altro segnale della nostra volonta' di promuoverli. Non e' un gesto di circostanza, come non lo sono le mie parole: e' un grande affetto nei confronti della famiglia Mazzola, del Coni e dello sport che amo molto".
Il presidente del Torino, Urbano Cairo, ha svelato la targa dedicata al capitano del 'Grande Torino' dal 1919 al 1949, in compagnia del dg Antonio Comi, accanto al figlio del campione, Sandro Mazzola, cuore nerazzurro ma che per l'occasione ha indossato una sciarpa del Toro regalatagli da un tifoso. "Mi ha fatto veramente molto piacere - ha detto Cairo - sapere che il Comune di Milano abbia voluto dedicare una via a Valentino Mazzola, perché credo che lo meriti. È stato un grandissimo, un esempio, uno dei più grandi calciatori italiani nel periodo degli anni '40. Quando condusse il Toro a vincere cinque scudetti di fila, era assolutamente un giocatore straordinario capace di fare la doppia fase, come si direbbe oggi, perché sapeva difendere e anche offendere. Se non sbaglio, ha fatto nel Toro 118 gol in 195 partite, per cui più di un gol ogni due partite. Veramente eccezionale". "E poi - ha aggiunto il presidente granata - era un personaggio straordinario, leggendario quando si tirava su le maniche per recuperare magari una partita che non stava andando così bene. In quegli anni fece cose strabilianti. Probabilmente sarebbe andato avanti a vincere ancora se non ci fosse stata la tragedia di Superga. Devo dire, un giocatore assolutamente unico e straordinario".
Non è mancato un commento sulla Nazionale questa sera in campo contro la Svezia a San Siro per il ritorno dei play off: "Stasera vado a San Siro a vedere la partita. Io direi che adesso non dobbiamo più parlare tanto. Ho sentito troppe parole: 'Andremo ai Mondiali'. Per andare ai Mondiali bisogna fare un gol in più. Adesso l'unica cosa che conta è questa qua. Tutte le parole dette non contano nulla". "Quello che conta è sentire dentro un po' di orgoglio per non fare la figura di quelli che non vanno ai Mondiali. Ma credo che tutti lo sappiano bene, basta dire 'Non andiamo'. Oggi, per come sono messe le cose, è più probabile che non ci andiamo. Quindi, se vogliamo ribaltarla, dobbiamo fortissimamente volerlo", ha aggiunto (VIDEO).
E riguardo il suo Toro: "Abbiamo una squadra già buona, ottima per quanto riguarda i titolari. Magari possiamo fare qualcosa per le seconde linee ma il Torino è sicuramente adatto ad ambire all'Europa. Non c'è da fare nessuna spesa del tesoretto, non ci sono obblighi, a meno che ci sia qualche possibilità…". Poi ha proseguito: "È un momento positivo, abbiamo ripreso un buon cammino con la vittoria sul Cagliari e il pareggio eccellente a San Siro con un'ottima partita in cui forse potevamo ambire a qualcosa in più. Abbiamo ripreso un cammino spedito". E ancora: "Mihajlovic non è mai stato in bilico. Abbiamo cambiato modulo e ci sta che un allenatore faccia dei cambiamenti, ma si è visto che giocando con quattro attaccanti è importante avere almeno tre che tornano a fare la doppia fase come faceva Mazzola. Siccome non sempre accade, bisogna stare più attenti perché diventa difficile", ha concluso Cairo.
"Ho giocato tante partite importanti, ma emozionato così non lo sono mai stato. Io ero piccolino, mio padre mi portava in campo. Cercavo di vedere sempre mio papà. Credo sia una giornata molto, molto bella per me. Sono ricordi bellissimi. Grazie a tutti", ha detto dal palco un commosso Sandro Mazzola. "Dopo tanti anni viene intitolata una via a Valentino Mazzola - ha continuato - vuol dire che c'è un ricordo, che quella squadra e quelle persone hanno lasciato il segno. In quegli anni, quando giocavano loro, non erano anni molto belli per il nostro Paese. Loro erano un esempio per tutta l'Italia: se ce la fanno loro, ce la possiamo fare noi dopo la guerra". Di mio padre "ricordo - ha sottolineato l'ex stella dell'Inter - quando mi portava al campo. Io avevo un po' paura, allora mi aggrappavo alla sua mano, mi guardava e lo guardavo. Dicevo: 'Se c'è lui, posso farcela anch'io'. Poi mi è andata bene". E ancora: "Rimango dell'idea che mio padre sapeva fare tutto. Era un centrocampista che vinceva la classifica dei cannonieri. Sapeva giocare in difesa, a centrocampo, in attacco. Poi non so se lo vedo io così perché era mio papà, però qualcosa di vero ci deve essere. È stato un giocatore unico".
"Noi sportivi - ha spiegato Perri - teniamo molto al nostro passato. Che va ricordato e serve per il futuro. La commissione toponomastica del Coni ha lavorato molto con gli omologhi del Comune per arrivare a questo risultato. Dobbiamo continuare su questa strada. Milano ha poche strade legate agli sportivi, sicuramente ci saranno altre proposte in futuro". "Devo ringraziare - ha commentato Mei - il Comune di Milano che ha sposato l'idea. Voglio citare le parole del presidente Cairo che ha parlato di esempio. Spero che in questa zona si crei un polo sportivo. Anche Valentino, visto che ha giocato in Nazionale, è stato un Azzurro d'Italia".