
Pavé sconnesso fra le rotaie in via Torino: un vero pericolo per ciclisti e motorini
Milano, 16 gennaio 2016 - «Se il Comune vorrà togliere il pavé e mettere l’asfalto, convocherò tutti i commercianti e faremo le barricate». Così, con una levata di scudi all’ipotesi lanciata da “mister Expo” - e candidato alle primarie - Giuseppe Sala, ribadita dall’assessore Pierfrancesco Maran, risponde Vincenzo Ferraro, presidente Anvit, l’associazione dei commercianti e artigiani di via Torino. E riporta l’umore dei negozianti della strada a due passi dalla Madunina. «Se i politici volessero avere un’idea intelligente – provoca Ferraro, che gestisce il negozio di abbigliamento Marlboro Classics, al numero 21 dell’arteria commerciale – promuoverebbero l’isola pedonale per unire piazza Cordusio, via Orefici, via Spadari e piazza Santa Maria Beltrade, per la quale mi batto da anni. Ma Pisapia, al quale ho scritto più volte, mi ha deluso». Ora propongono di togliere il pavé. «Ma siamo impazziti? – rincara la dose –. Via Torino non è larghissima e se mettono l’asfalto, d’estate si scalda, emana vapori. Che motivo c’è? Farei barricate, alleandomi con tutti gli altri commercianti della via e stendendomi per terra». L'ipotesi è nata per salvare dai lastroni i ciclisti, che spesso preferiscono salire sul marciapiede, ma per Ferraro «vengono prima i pedoni. Togliamo le auto. Questo pavé è qui da più di cento anni. Allora perché non hanno asfaltato il sagrato di piazza Duomo?». Per Gianni Mura, titolare dell’omonimo atelier di camice e cravatte, anzi lo «stilista della cravatta», «in via Torino serve più manutenzione. Non solo del pavé, ma dei pali della luce dove attaccano di tutto, dei marciapiedi dove la pulizia è quasi zero. Dovrebbe essere il salotto di Milano, si affaccia su piazza Duomo. E invece si fa qualche rattoppo qua e là, senza continuità». Secondo Mura «non si può cambiare la pavimentazione per quattro biciclette che passano. Guardiamo prima all’articolazione complessiva della via. Serve più «maquillage»». Un restyling stradale, poi, metterebbe a dura prova «una via talmente storica con le sue botteghe e viuzze attorno», aggiunge Angelo Saponaro, dal 1980 titolare del negozio di abbigliamento maschile tra via Torino e via San Maurilio. «Sarebbe come snaturare il centro storico – ribadisce – rovinare una strada. Comprendo i problemi non indifferenti per le biciclette. Specialmente quando piove. Ma il pavé è lì da una vita. Fa parte della città. Sostituirlo con l’asfalto, come in piazzale Baracca, non avrebbe senso. E i binari resterebbero, molto più pericolosi per i ciclisti».