
Daniele Sacchini mostra la discarica a cielo aperto (NewPress)
Milano, 3 ottoreb 2018 - Tre luridi materassi, due televisori ancora con tubo catodico, un divano e una vera collezione di assi di legno. Ruote di biciclette e scarpacce gettate qua e là. Borse della spesa stracolme di rifiuti. È una vera discarica abusiva quella che si è formata sul marciapiede in via Palmieri, quartiere Stadera, addosso al muro di cinta che separa due palazzoni dell’Aler. «Dieci giorni fa il cumulo di immondizia era circoscritto. Ma ogni notte qualcuno ci aggiunge un rifiuto ingombrante. Così è diventato un ammasso enorme che si estende per oltre dieci metri di lunghezza. Oltre al pericolo igienico sanitario c’è quello di caduta dei più anziani che possono inciampare e rovinare a terra», dice Daniele Sacchini, 63 anni e da 8 residente delle case popolari al civico 11. «Una soluzione potrebbe essere quella di installare le telecamere che fungano da deterrente ma se ne dovrebbe far carico Aler».
La discarica a cielo aperto è fonte di cattivo odore. Il tanfo ammorba la via anche per altri motivi: «I muri e i marciapiedi sono usati abitualmente come toilette. Gli uomini di Amsa sono costretti a passare due volte al giorno per pulire con le lance d’acqua i “ricordini” lasciati dagli incivili». Chi non ama le più banali norme di convivenza? Gente che viene da fuori? Sacchini scuote la testa e punta il dito contro i residenti della zona: «Non è un problema solo di via Palmieri. Anche le vie limitrofe sono colpite dalla stessa situazione. La responsabilità è da ricercare fra questi caseggiati. Manca il rispetto delle più comuni regole di civiltà. E non c’entrano solo gli stranieri. Ci sono tanti italiani che qui si atteggiano a boss».
In questi edifici di edilizia residenziale pubblica, costruiti durante gli anni del fascismo e poi ristrutturati, non è facile la convivenza fra extracomunitari, occupanti abusivi, disoccupati, condannati ai domiciliari, gang giovanili, disagiati sociali. Alle angherie non ci si ribella: «È una specie di enclave dove domina l’omertà. Tanti si lamentano ma sono in molti ad aver paura a metterci la faccia. Anche perché se alzi la testa ti minacciano» aggiunge il cittadino. Non sono rari i fenomeni di subaffitto: «Il caso più clamoroso? Quello di un italiano che aveva subaffittato la sua casa a due prostitute. Nel cortile c’era un viavai incredibile». La notte, poi, diventa terra di nessuno: «Ci sentiamo abbandonati».