
L'intervento in via Cavezzali
Milano, 6 aprile 2018 - I primi agenti oltrepassano il cancello d’ingresso alle 6.27. È ancora buio in via Cavezzali, l’avanzata di poliziotti e carabinieri è silenziosa e risoluta: alla fine se ne conteranno più di 600 dentro e intorno al civico 11, compresi finanzieri, agenti della locale e vigili del fuoco. Una prova di forza senza precedenti per riprendere possesso di un palazzo per anni lasciato in malora dai proprietari e precipitato in un gorgo di criminalità e abbandono.
Il fortino della droga, così è stato ribattezzato per via della diffusissima presenza di pusher che lì hanno trovato rifugio per sé e per la «roba» da smerciare. Non solo questo, però. Quel palazzo a due passi da via Padova era ormai diventato un pericolo per i residenti, regolari e abusivi: allacciamenti fai-da-te con fili elettrici ovunque, ascensori trasformati in discarica, bombole di gas (tutte sequestrate dai pompieri) ad alimentare piastre e cucinotti. «Un degrado pazzesco», la sintesi del questore Marcello Cardona. Per non parlare della totale assenza di controlli sugli inquilini: sono serviti mesi per avere un’anagrafica precisa degli abitanti, del resto bastava pagare in nero l’affitto richiesto da chi gestiva i monolocali (molti l’hanno versato in buona fede conservando le ricevute farlocche) e nessuno faceva domande sulla carta d’identità. Un indirizzo maledetto. Falcidiato da crac di immobiliari e dispute (sfociate in processi penali in corso) tra amministratori di condominio e pluri-titolari di alloggi.
Bilancio del blitz, coordinato dai dirigenti di Upg e commissariato Garibaldi-Venezia Maria José Falcicchia e Massimo Cataldi: 68 persone accompagnate in Questura per accertamenti, è probabile che almeno una trentina di loro (50 i casi sotto la lente), irregolari e con precedenti soprattutto per spaccio e reati contro il patrimonio, siano immediatamente rispedite nei rispettivi Paesi di provenienza; in via Fatebenefratelli è finito pure il fantomatico custode Paolo Fravet, che pare gestisse per conto terzi il giro di locazioni fantasma. Una novantina di abitazioni restituita agli aventi diritto: alcune risultano acquistate all’asta da compratori mai entrati, altre restano in carico all’Istituto vendite giudiziarie del Tribunale. Sette i nuclei familiari presenti al momento dell’intervento, fa sapere il vicesindaco Anna Scavuzzo: due, con quattro minori al seguito, si sono sistemati nelle strutture d’accoglienza offerte dal Comune, mentre altri tre hanno declinato l’offerta; i restanti due, regolari assegnatari, sono rientrati in casa. «Abbiamo ripristinato la legalità in un luogo dove mancava da troppo tempo – scandisce il prefetto Luciana Lamorgese –. Ed è stata anche l’occasione per dare un segnale alla cittadinanza». Il messaggio: lo Stato c’è. Agli ex Magazzini militari di Baggio come in via Cavezzali 11. Prossima tappa? I residenti onesti di via Bolla, via Quarti e via Gola, solo per citare alcuni esempi altrettanto problematici, attendono la risposta.