L’ufficialità è arrivata nel pomeriggio, con un comunicato congiunto firmato dal Pio Albergo Trivulzio e Invimit, la società di gestione di fondi immobiliari controllata dal ministero dell’Economia e finanze che "non ha finalità speculative e mira a sostenere l’azione del PaT attraverso la gestione del patrimonio edilizio ad esso affidato nel rispetto degli attuali inquilini", si legge nella nota che annuncia la firma, ieri, del rogito per un primo lotto di circa 800 appartamenti di proprietà della Baggina. E conferma la partenza del piano del commissario Francesco Paolo Tronca, anticipata dai sindacati degli inquilini che si oppongono all’operazione.
"Gli obiettivi sono gestire in maniera professionale e sostenibile il patrimonio immobiliare del Pio Albergo Trivulzio e contribuire al risanamento dei conti, supportando il piano di rilancio dei servizi socio-sanitari e assistenziali", ribadiscono i firmatari, assicurando che è partita "una nuova forma di collaborazione per una gestione virtuosa e trasparente delle strutture pubbliche, senza che debbano dismettere il proprio patrimonio a favore di logiche private". Il commissario Tronca rimarca che l’operazione, "in linea con la missione del Trivulzio, consentirà di generare reddito utile a sviluppare e migliorare i servizi di cura e assistenza. Stiamo lavorando ad un ampio programma per rilanciare l’eccellenza del PaT".
Sull’operazione (ampiamente annunciata anche se non ufficialmente) le dichiarazioni pubbliche dei due enti pubblici che hanno giurisdizione sulla Baggina, e ad agosto 2023 l’hanno commissariata, si separano. Per la Regione si tratta di "un passo importantissimo verso la stabilizzazione economica che permetterà al PaT di sviluppare al meglio le sue funzioni primarie di cura e assistenza, e contribuirà a ripianare il debito che nel 2022 era arrivato a 140 milioni", dice l’assessore al Welfare Guido Bertolaso. Dal Comune, invece, l’assessore alla Casa Guido Bardelli protesta: "Prendiamo atto di una accelerazione né prevista né rappresentata con il doveroso anticipo" che "non ci ha consentito di concludere il confronto avviato da mesi" per "inserire clausole sociali a tutela delle fasce di reddito basso e medio basso", sostiene, pur assicurando di aver avuto "conferma del mantenimento del numero di alloggi a canone convenzionato per questo primo lotto e della esclusione da questo dell’immobile di via Paolo Bassi". Ma si tratta di "una soluzione non sufficiente rispetto alla richiesta di tutelare non solo la fascia di reddito sotto i 25mila euro Isee ma anche quella tra i 25mila e i 40mila. In coerenza non possiamo che esprimere perplessità circa le modalità con le quali si sta realizzando questa operazione".
Federico Bottelli, presidente della Commissione Casa, del Pd, annuncia persino che convocherà in audizione il commissario "per avere spiegazioni". La consigliera regionale Carmela Rozza, del Pd, chiarisce invece che evitare che "famiglie che hanno sempre pagato il canone e non possono permettersi un affitto sul libero mercato restino senza casa è un dovere di Regione, Comune e PaT". Giulia Bonezzi