Vertice a Milano: Prefetto e forze di polizia discutono su luoghi sensibili e sicurezza

L’argomento torna al centro dell’agenda. Non che le difese antiterrorismo siano mai state abbassate in questi anni, ma è evidente che l’attentato avvenuto a Bruxelles due giorni fa e la tripla aggressione al grido di "Allah Akbar" andata in scena sabato pomeriggio in viale Monza hanno giocoforza riacceso i riflettori.

Stamattina se ne parlerà nella riunione settimanale del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto a Palazzo Diotti dal prefetto Renato Saccone, con focus sui luoghi considerati più sensibili e sulle misure di sicurezza in campo. "Sono stato avvertito dal questore dell’operazione a cose fatte – ha spiegato ieri il sindaco Giuseppe Sala, facendo riferimento all’indagine che si è chiusa con l’arresto di due presunti affiliati alla causa dell’Isis –. È bene che abbiano fermato qualcuno che poteva rappresentare un rischio per la nostra città. La vigilanza deve essere alta e credo che ci sia una collaborazione da parte di tutti". L’agguato nella capitale belga ha scosso tutti: "Come ogni sindaco di grandi città europee, in questo momento credo che ci si debba pensare – ha aggiunto Sala –. Ma è chiaro che non siamo nelle condizioni noi sindaci di potere fare prevenzione, però che il pensiero possa toccarci questo si. Credo che nelle prossime ore incontrerò prefetto e questore o li sentirò per avere un quadro più completo".

Nei giorni scorsi, un summit si è svolto anche in Procura: i sei pm del pool antiterrorismo e il procuratore capo Marcello Viola hanno fatto il punto della situazione con i dirigenti di Digos della polizia, Ros e Nucleo investigativo dei carabinieri, Gico e Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza. L’incontro è servito a pianificare una "ricognizione generale" sul territorio milanese, data la delicata situazione a livello internazionale, che richiede un attento "monitoraggio" sul fronte terrorismo, non trascurando, ad esempio, l’attività di proselitismo nelle carceri.

Nicola Palma

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