
Quarantanove ospiti positivi su 68 test effettuati. Una positività globale che alla casa di riposo Luigi Strada di Bresso rappresenta il 72 per cento degli anziani assistiti nella residenza. Ciò che è peggio è che in poco più di 50 giorni dall’inizio dell’emergenza coronavirus, la Rsa bressese ha già registrato ben 21 decessi, dei quali almeno sette sono stati accertati con Covid-19. Erano giorni che in città si rincorrevano voci su una situazione preoccupante all’interno della casa di riposo di via Leonardo Da Vinci. Tuttavia, tra la riservatezza della struttura e il silenzio dell’amministrazione che ha citato in modo soltanto parziale i dati nei suoi report quotidiani, fino a oggi non si era mai riusciti a ricostruire la situazione nella sua totalità. Negli ultimi giorni la direzione della Rsa, in collaborazione con l’amministrazione comunale, ha compiuto un grande sforzo per cercare di avere un quadro completo. A cominciare dalla task force che ha consentito di realizzare tamponi a tappeto tra gli utenti, svelando un quadro davvero complesso e delicato. Infatti, anche tra i pazienti apparentemente incolumi sono stati rilevati dei positivi asintomatici, che ora sono stati isolati.
Meno chiara è la condizione del personale, sia infermieristico che socio-assistenziale. Un solo segnale è apparso al pubblico: ossia il bando di urgenza per assumere nuovo personale. Una sorta di campanello d’allarme. Tanto più che le candidature, in modo al quanto inusuale, non devono essere inviate alla casa di riposo, bensì al sindaco, sulla sua mail istituzionale. La situazione viene definita "drammatica" dagli stessi vertici della Rsa.
Di gran lunga più complessa rispetto a quanto è stato registrato nelle case di riposo dei comuni circostanti. Del resto, Bresso è stata il primo focolaio milanese del virus e per settimane i numeri di cittadini contagiati o addirittura deceduti hanno continuato a crescere fino a raggiungere la quota di 265 cittadini ammalati e di almeno 34 morti per Covid-19. Numeri che rischiano di essere solamente parziali se si pensa che tra i deceduti della casa di riposo solamente sette figurano ufficialmente tra quelli positivi. Nel mese di marzo, i morti rilevati in città sono stati 74, contro i 24 dell’anno precedente, con un incremento del 208 per cento. Purtroppo il virus ha colpito duro a Bresso fin da quel 28 febbraio, quando venne identificato il primo contagiato all’interno del Circolo Libertas. Non si esclude che i contagi siano cominciati prima di quella data.