Variante Delta, dominante entro un mese

La Moratti: "Niente allarmismi: i vaccini proteggono, anche una dose salva dal ricovero"

Controlli in aeroporto

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La variante Delta , ex indiana, era nel 10% dei tamponi positivi al coronavirus analizzati in giugno in Lombardia (dove oggi si genotipizzano tutti i test che scoprono un’infezione), ma "visto il suo grado di contagiosità è prevedibile che a breve", cioè nel giro di "due-quattro settimane", possa "diventare la variante prevalente", spodestando la Alpha, ex inglese, che ha innescato la terza ondata pandemica a marzo e a giugno dominava ancora col 64%, mentre le altre varianti monitorate sono "stabili" tra l’1,9 e lo 0,6%. Così la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, ieri davanti al Consiglio regionale, ha annunciato che in Lombardia, nel giro d’un mese al massimo, potrebbe verificarsi lo scenario che il centro europeo per il controllo delle malattie infettive dà comunque per scontato entro la fine di agosto, con la Delta a rappresentare il 90% del coronavirus circolante nell’Ue. E però, sottolinea Moratti che al Pirellone esprimeva un parere (negativo) su una mozione (poi bocciata con 38 voti contrari e 26 a favore) del consigliere regionale di +Europa e medico neonatologo Michele Usuelli per suggerire alcune strategie di contenimento della Delta, la diffusione di questa variante che sta avvenendo "come ampiamente previsto in tutta la nazione" va contestualizzata "per evitare inutili allarmismi".

"Le popolazioni over 75 e a rischio non sono interessate dall’incremento di diffusione" della Delta, spiega l’assessore; benché questa abbia "una paziale capacità" d’infettare i vaccinati, "soprattutto" quelli coperti con una sola dose, in Lombardia "più dell’85% dei pazienti fragili ha già ricevuto la seconda" che "è fortemente protettiva anche per la Delta". Inoltre anche la sola prima dose, che ieri e al netto del monodose J&J risultava iniettata a quasi tre milioni 60mila lombardi, "si è dimostrata altamente protettiva dallo sviluppo di forme gravi" di Covid, "ospedalizzazione o morte", sottolinea Moratti citando l’esperienza del Regno Unito (e riscontri analoghi stanno arrivando da Israele). "Certo, è indispensabile continuare e incrementare sequenziamento e di tracciamento", riconosce la vicepresidente spiegando che "dall’11 giugno al 5 luglio in Lombardia sono stati processati 358.759 tamponi molecolari e 347.315 tamponi antigenici", e tutti quelli risultati positivi sono stati mandati al sequenziamento; tra gennaio e giugno i laboratori lombardi hanno eseguito "18.038 genotipizzazioni per 16.231 pazienti".

Nella sua mozione il medico Usuelli metteva in discussione la necessità di genotipizzare tutti i tamponi positivi; Moratti assicura che i laboratori possono reggerla, soprattutto con "l’attuale carico di lavoro" (ieri in Lombardia sono stati scoperti 129 nuovi positivi con 30.501 tamponi, meno di metà di quelli che si facevano quotidianamente durante l’ondata di marzo). Il consigliere radicale ha anche suggerito di "accorciare l’intervallo tra la prima e la seconda dose" di antiCovid; la vicepresidente replica che se nel caso di AstraZeneca l’allungamento da 6 a 12 settimane è giustificato da ragioni d’efficacia, la proposta "si potrebbe" valutare per i vaccini a mRna, "avendone abbastanza nei prossimi mesi", dato che in questo caso il richiamo da maggio era stato spostato di due settimane per "far fronte a una carenza temporanea di vaccini". Usuelli esorta inoltre la Regione a "iniziare davvero a vaccinare gli stranieri irregolari" (il consigliere radicale segnala problemi di prenotazione sul portale di Poste per gli immigrati in sanatoria che hanno un codice fiscale provvisorio), e si dice "sbalordito dal fatto che Moratti per due volte abbia parlato di dannosi allarmismi nella mia mozione. Spero abbia ragione, ma mi pare incredibile rifiutare il dialogo e l’approfondimento sullo scenario peggiore possibile".

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