Variante Covid inglese, 24enne bloccata a Londra durante lo scalo: "Io, come Tom Hanks"

L’odissea di Elisa Cervetti, partita da Oslo per festeggiare il Natale a Milano e rimasta senza voli. Come nel film “The Terminal”, ma con la pandemia in corso

Elisa Cervetti

Elisa Cervetti

Milano, 22 dicembre 2020 -  Questo articolo è contenuto nella newsletter "Buongiorno Milano".  Ogni giorno alle 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e il commento di un ospite. Per ricevere via mail la newsletter clicca su  www.ilgiorno.it/buongiornomilano

Bloccata a Londra, ha passato la notte tra domenica e lunedì in aeroporto e poi ha trovato ospitalità da un’amica. Ma Elisa Cervetti, 24 anni, resta nel limbo: potrà tornare a Milano per Natale? Il punto interrogativo, ieri sera, era ancora grosso. Sfortuna ha voluto che domenica si trovasse a Londra, tappa intermedia del suo viaggio con scalo da Oslo, dove vive, studia e lavora, e Milano, la sua città d’origine, dove vorrebbe rientrare per le festività. Proprio mentre era lì, l’Italia ha deciso di bloccare i voli da e per la Gran Bretagna, a causa della «variante inglese» del Sars Cov 2 scoperta oltremanica. 

Domenica pomeriggio è iniziato il suo calvario?  «Esattamente. Io sono arrivata alle 16.20 in Inghilterra, all’aeroporto di Londra Stansted, e sarei dovuta partire alla volta di Orio al Serio alle 20.45. Ma attorno alle 18 il volo è stato cancellato, così come tutti gli altri per l’Italia. Io viaggiavo con Ryanair ma il disagio c’è stato per tutti: ho incontrato altre persone nelle mie stesse condizioni, tra cui una ragazza italiana che ha vissuto per un periodo in Gran Bretagna e deve tornare a casa. Aveva già lasciato l’appartamento e non sapeva dove andare. Io ho cercato di contattare Ryanair per chiedere se ci sarebbe stato un altro volo, poi il Consolato. Nel frattempo i miei genitori a Milano hanno chiamato la Farnesina».

Ha avuto delle risposte? «Non utili... Ai miei genitori è stato detto di inviare una mail ma nessuno si è più fatto vivo. Domenica sera, peraltro, molti uffici non erano raggiungibili. Io sono riuscita a parlare con il Consolato utilizzando un numero di emergenza ma mi è stato detto ciò che già sapevo: che al momento non erano previsti voli per il rimpatrio e che non erano in grado di aiutarmi a trovare una sistemazione. L’unico consiglio datomi è stato quello di farmi mandare dei soldi dai miei genitori... Insomma, ho capito che avrei dovuto arrangiarmi».

E cosa ha fatto?  «Non mi è rimasto altro da fare che dormire in aeroporto. Con la mascherina sul viso, perché non ci era consentito di toglierla, e un cappellino sugli occhi per non essere infastidita dalla luce. Mi sembrava di essere nel film ‘The terminal’, come Tom Hanks costretto a restare nell’aeroporto di New York con un passaporto non più valido in tasca. Io mi trovo nel Regno Unito, senza la residenza, con una pandemia in corso, la Brexit e i voli cancellati per il mio Paese».

È riuscita a uscire dall’aeroporto? «Sì, fortunatamente mi è stato consentito. Ora sto raggiungendo un’amica che vive nel sud dell’Inghilterra, mi ospiterà finché la situazione non si sbloccherà». 

A Oslo di cosa si occupa? «Ho terminato il master in Ecologia alla Norwegian University of Life Sciences, Nmbu e sto cercando lavoro. Vivo lì, ho casa e fidanzato».

Spera di poter tornare a Milano per Natale?  «Con tutto il cuore. Nel frattempo ho pensato a un piano B... Rientrare a Oslo. Ho prenotato un volo per domenica, in attesa di capire come evolverà la situazione. Ma non ho garanzie nemmeno per la Norvegia».

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