Vaccini Covid, al via la fase due: chiude la metà degli hub

La campagna di massa si avvia alla conclusione: l’87% ha una copertura L’assessore Moratti: ora coinvolgeremo di più farmacie e medici di base

Vaccino Covid

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Milano - Lo stato di emergenza terminerà il 31 marzo. E complice anche l’alta percentuale di lombardi con una copertura vaccinale la Regione annuncia una nuova fase che porterà alla chiusura graduale entro fine mese dei centri vaccinali, gli hub, e al proseguimento delle somministrazioni coinvolgendo maggiormente farmacie e medici di base.

Capitolo quarta dose, destinata ai soggetti fragili: da ieri la piattaforma di prenotazione dei vaccini anti-Covid-19 è disponibile anche per i cittadini di età pari o superiore a 12 anni sottoposti a trapianto o con marcata compromissione della risposta immunitaria che abbiano già completato il ciclo vaccinale primario con tre dosi (ciclo primario più dose addizionale a distanza di almeno 28 giorni dall’ultima dose). Da una decina di giorni in alcuni centri della regione (14 in tutto, non più di due per Ats) ai maggiorenni che non hanno ancora ricevuto la prima dose potrà essere somministrato il vaccino Novavax, l’ultimo di quelli autorizzati. 

Lunedì 7 marzo sono state iniettate meno di tredicimila dosi di vaccino anticoronavirus in Lombardia: un nono rispetto ai picchi raggiunti dalla campagna nelle fasi più calde, l’estate scorsa e poi tra dicembre e gennaio, nella rincorsa dei “booster” che ha arginato l’impatto del Covid sugli ospedali nonostante i contagi mai visti della variante Omicron. Sono state prenotate 400 prime dosi lunedì in tutta la Regione; 379 al giorno la media dell’ultima settimana, da aggiungere a 6.428 richieste di terza dose quotidiane, sempre nell’intera Lombardia. Insomma, la campagna vaccinale lombarda non è finita - dal 1° marzo è iniziata la somministrazione della quarta dose, ora prenotabile anche sul portale, agli "immunocompromessi", circa 190 mila over 12 con condizioni cliniche che rendono più difficile rispondere al vaccino e per i quali il ciclo primario è consistito in tre iniezioni -, ma quella "massiva" è al punto di saturazione.

Con 8 milion i 729.728 ultracinquenni coperti dalla prima dose all’8 marzo su 8.731.365 che hanno chiesto di essere vaccinati, e 8.542.283 lombardi che hanno concluso il ciclo primario, l’80% dei quali ha già avuto anche la dose “booster“ (la copertura sale all’86% se si considerano i 7.938.109 che possono riceverla perché dall’iniezione precedente sono trascorsi quattro mesi), la copertura dei vaccinabili viaggia tra il 91 e l’88% a seconda che si consideri la platea dell’Istat o quella del commissario nazionale all’emergenza Covid (che censisce circa 287 mila over 5 in più in Lombardia). Con percentuali vicine all’en plein tra gli ultrasessantenni e tra i ventenni, intorno al 90% anche tra i ragazzi dai 12 ai 19 anni e tra i quarantenni che degli adulti sono stati i più restii, nettamente inferiori solo per i circa 640 mila bimbi da 5 a 11 anni, entrati in partita dopo metà dicembre e per i quali le resistenze dei genitori (oltre all’ondata di contagi che ha colpito soprattutto loro sotto Natale, e non ci si vaccina prima che siano passati tre mesi dalla guarigione) hanno inchiodato le adesioni tra il 41 e il 42%. Così, con una popolazione coperta all’87%, non vaccinabili inclusi, la Lombardia s’avvia a "una fase nuova" della sua campagna antiCovid, ha scritto il direttore generale del Welfare Giovanni Pavesi nel decreto col quale ha disposto la chiusura progressiva di metà degli 88 centri vaccinali attualmente attivi entro la fine di questo mese.

Perché il 31 marzo in Italia finisce, dopo oltre due anni, lo stato di emergenza, e occorre "concentrare l’attività vaccinale in coerenza con la domanda", che non ha avuto grossi rimbalzi con l’introduzione del “proteico” e decantato da alcuni scettici Novavax. Compensando con "un maggiore coinvolgimento della rete capillare delle farmacie e dei medici di medicina generale", ha sottolineato la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti, e rimandando medici e infermieri negli ospedali che devono recuperare interventi non urgenti, visite ed esami rimasti indietro durante la pandemia. Già 122 centri vaccinali impegnati in qualche fase della maratona vaccinale lombarda, durata più di un anno, erano stati chiusi; dal 1° aprile ne resteranno 44, altrettanti questo mese cesseranno l’attività. Non dall’oggi al domani ma smettendo, com’è già accaduto all’hub dell’ospedale di Sesto San Giovanni da martedì, di ricevere nuove prenotazioni, e continuando a lavorare fino ad aver smaltito tutti gli appuntamenti già presi.

 

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