ANDREA GIANNI
Cronaca

Milano, consulenze ombra nel 2017: “Nessuna traccia dei lavori”

Piazza Aspromonte, l’affaire ex CF Gomma e i conflitti d’interesse in commissione. Le inchieste in corso e le famiglie sospese: solo silenzi, torniamo in piazza

Il complesso in piazza Aspromonte è stato ultimato e gli appartamenti venduti

Il complesso in piazza Aspromonte è stato ultimato e gli appartamenti venduti

Milano – Per arrivare alle radici di uno dei “conflitti di interessi” nella Commissione per il paesaggio del Comune di Milano, e della presunta corruzione con “utilità” in cambio dell’appoggio offerto nelle sedute al progetto del “palazzo nel cortile“ Hidden Garden in piazza Aspromonte, gli inquirenti sono tornati al 2017. E hanno passato al setaccio i documenti del progetto di sviluppo immobiliare dell’area di 40mila metri quadrati ex CF Gomma di Cinisello Balsamo, che fu uno stabilimento Pirelli. I nomi degli architetti Giovanna Longhi e Laura Montedoro, ex componenti della commissione, spuntano nelle tavole tecniche della Proposta preliminare di piano attuativo sul progetto di Cinisello a cura dell’architetto Paolo Mazzoleni, assessore all’Urbanistica a Torino, coinvolto in diverse inchieste sull’urbanistica milanese e ora indagato anche per corruzione in relazione all’operazione in piazza Aspromonte promossa da Bluestone. Dagli accertamenti sul progetto ex CF Gomma “non risulta alcuna traccia scritta di contributi” riferibili alle due professioniste, anche loro indagate per “corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio” ma solo i loro nomi sulle tavole. Nessuna traccia di un contratto o di un incarico formale sulla consulenza per Mazzoleni, che però avrebbe versato 12mila euro a Longhi, come “parcella”, mentre al momento non risultano bonifici a favore di Montedoro.

Le due professioniste, secondo le accuse, si trovavano in una palese situazione di “conflitto di interessi” rilsalente agli anni 2017 e 2018 e quindi, nelle sedute della Commissione per il paesaggio, avrebbero dovuto astenersi sul progetto di Mazzoleni. Invece, secondo i documenti raccolti dalla pm Marina Petruzzella, nelle sedute del 21 settembre 2017, del 7 giugno 2018, del 27 settembre 2018 e del 25 maggio 2020 “si esprimevano a favore del progetto di Mazzoleni in piazza Aspromonte con i pareri, affetti da falso ideologico, secondo cui l’area non costituiva un cortile”. Omettendo, quindi, di “dichiararsi in conflitto di interessi”. La presunta utilità, per Longhi, sarebbe stata la parcella di 12mila euro per la prestazione da “consulente di paesaggio” in relazione al progetto per la riconversione dell’ex area industriale di Cinisello, creando un nuovo quartiere residenziale alle porte di Milano. Per Montedoro, che figurava come “consulente scientifico”, sarebbe stato “l’arricchimento del proprio curriculum professionale”. Finora nessuno dei 26 indagati (tra cui l’ormai ex presidente della commissione paesaggio Alessandro Ubertazzi e altri tre membri della stessa, gli architetti Giuseppe Marinoni, Giacomo Cristoforo De Amicis e l’ingegnere Dario Vanetti, che martedì hanno rassegnato le dimissioni) ha chiesto di farsi interrogare dai pm, che nelle prossime settimane formuleranno la richiesta di rinvio a giudizio.

I milanesi che, assistiti dall’avvocata Veronica Dini, hanno dato battaglia contro il progetto, con esposti che hanno sollevato il problema dell’impatto negativo sulla zona, una volta davanti al gup avranno la possibilità di costituirsi parti civili. Sono 21 le persone, quasi tutte residenti in via Lippi, indicate come parti offese, oltre al Comune di Milano. Il palazzo nel cortile, nel frattempo, è stato ultimato ed è in parte già abitato. Si aprirà quindi un nuovo round davanti al gup, mentre i pm Petruzzella, Filippini e Clerici, con l’aggiunta Tiziana Siciliano, stanno tirando le fila di altre indagini ancora aperte, condotte dalla Gdf.

Le “famiglie sospese“, che hanno acquistato casa in complessi posti sotto sequestro o finiti al centro di inchieste, chiedono intanto risposte e una soluzione, dopo il silenzio seguito all’incontro dello scorso 29 marzo con il sindaco Sala e l’assessore Tancredi. “Passano i giorni, le settimane e i mesi senza che nulla cambi – spiega Filippo Maria Borsellino, portavoce del comitato –. I tempi delle famiglie non sono quelli della politica. Mentre le istituzioni prendono tempo, limitandosi a solidarizzare, noi continuiamo ad aspettare, a pagare affitti, ripagare prestiti, e a sentirci sempre più abbandonati. Le famiglie coinvolte in questa emergenza abitativa sono più di 4500. Un numero che rischia di diventare ancora più grande se la Procura iniziasse a contestare tutte le nuove costruzioni attuate dal Pgt di Pisapia”. Le famiglie stanno quindi organizzando nuove iniziative di protesta, perché “ci sentiamo invisibili”.