
"Per la Regione, quindi, per i Comuni e per gli operatori e per i cittadini, non cambia assolutamente nulla a seguito della pronuncia della Corte". Così Pietro Foroni, assessore regionale al Territorio, commenta la bocciatura delle legge regionale sulla rigenerazione urbana da parte della Corte Costituzionale. Come riportato su queste pagine già venerdì, la Consulta ha confermato i dubbi espressi dal Tar lombardo già a febbraio 2021, e ha ritenuto incostituzionale alcune previsioni della legge. In particolare sono stati censurati i punti in cui si prevedeva il riconoscimento di un bonus volumetrico del 20% a chi riqualificasse un edificio in disuso da almeno 5 anni e quelli in cui si determinavano i tempi entro i quali gli operatori avrebbero dovuto avviare i lavori di recupero degli edifici per poter beneficiare dello stesso bonus. Due aspetti sui quali la Regione, secondo i giudici, avrebbe illegittimamente compresso la libertà e la discrezionalità dei Comuni. Al di là delle dichiarazioni di facciata, Foroni, già dopo l’invio degli atti alla Consulta da parte del Tar, ha aperto il cantiere delle modifiche alla legge. E, come riportato già venerdì, a fine marzo del 2021 ha individuato correttivi che andavano proprio nella direzione di preservare la discrezionalità dei Comuni sui punti contestati. A giugno il Consiglio regionale ha poi approvato la nuova legge, quella riveduta e corretta. La Corte però, come ovvio, si è pronunciata sulla legge oggetto dei ricorsi, da qui la posizione dell’assessore: "Non è necessario rivedere l’attuale normativa. La statuizione della Corte riguarda solo la versione precedente, non più in vigore da giugno 2021".