Università Statale, studenti ancora in protesta: "No al trasferimento in area Expo"

Assemblea Città Studi fa sapere che la mobilitazione non si ferma

Studenti dell'Università Statale in protesta

Studenti dell'Università Statale in protesta

Milano, 7 marzo 2018 - Studenti dell'Università Statale di Milano ancora in protesta contro il trasferimento delle facoltà scientifiche sui terreni dove si è svolta Expo 2015. Martedì, i giovani hanno cercato di spostarsi dalla sede principale dell'università verso il distaccamento dove è stata spostata la seduta del senato accademico sulla questione. Gli agenti in tenuta antisommossa hanno bloccato il piccolo corteo degli studenti e c'è stato un contatto per impedire al centinaio di studenti di forzare il cordone. 

Oggi, la contestazione continua, come si legge in un comunicato dell'Assemblea Città Studi, che riepiloga anche i fatti accaduti:  "Ieri davanti alla sede dell'Università Statale di Milano, gli studenti, i rappresentanti dei lavoratori, dei docenti e dei comitati dei residenti di Città Studi hanno manifestato il loro profondo e ragionato dissenso al trasferimento forzato dei dipartimenti scientifici da Città Studi a Rho nelle aree di Expo. Alle 14.30 era prevista, nella sede di via Festa del Perdono, la votazione del Senato Accademico in merito allo spostamento. Nonostante l'Ateneo fosse spaccato, nonostante i ripetuti appelli contrari di comitati e soggetti politici e nonostante il fatto, evidente, che l'operazione impoverisce la città, ridimensiona l'Università e costituisce un vantaggio solo per pochi soggetti privati interessati, tra cui Arexpo, il cui indebitamento mette in pericolo lo stesso sindaco Sala".  "La votazione - prosegue il comunicato - si è svolta con l'"energico" contributo delle forze dell'ordine che hanno impedito in modo violento che i manifestanti potessero esprimere la loro opposizione al progetto. L'ipocrita democrazia del Rettore Vago e dei Senatori ha dapprima scelto di spostare la sede della votazione da via Festa del Perdono a via Sant'Antonio e poi ha avuto bisogno della forza (che ormai non possiamo più chiamare pubblica) per votare blindata in una roccaforte completamente isolata e perciò priva di quegli elementi fondamentali di trasparenza e partecipazione propri di un'istituzione pubblica qual'è l'Università, vero e proprio bene comune della nostra città". "Nonostante le cariche di oggi pomeriggio, la mobilitazione continuerà. Gli studenti, i lavoratori e i comitati di cittadini non si fermeranno di fronte alla violenza banale dei manganelli, né davanti all'arroganza di Senato e Consiglio di Amministrazione".

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