BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Uniti contro il malaffare. Il patto dei 133 Comuni

Prefettura, Città metropolitana e Palazzo Marino aiutano le amministrazioni a riscrivere i piani contro le mazzette, con la collaborazione di Libera.

Uniti contro il malaffare. Il patto dei 133 Comuni

Lotta alla corruzione, prefettura, Città metropolitana e Palazzo Marino aiutano i Comuni a riscrivere i piani contro le mazzette. La task force allargata a tutti e 133 i centri della provincia arriva a un anno e mezzo dalla piattaforma on-line, “gola profonda“, per la segnalazione – Whistleblowing – di illeciti. Il percorso avviato insieme a Libera ha lo scopo di far procedere sugli stessi binari per tutti buone pratiche e studi condivisi per azzerare il malaffare. Si riparte da qui per aggiustare i paletti che evitino il marcio. Coordinerà tutto una Consulta, che riunisce i responsabili della prevenzione, nata qualche giorno fa con la firma di un protocollo allargato a tutta la provincia. Ai suoi membri il compito "di analizzare il contesto, di condividere metodi e mappatura dei processi, di valutare i rischi", ma anche quello di mettere a punto un programma formativo trasversale, permanente "per la diffusione della cultura dalla legalità nelle organizzazioni".

"L’interesse di tutti evidenzia l’importanza strategica per il territorio e i Comuni di fare rete su un tema decisivo", dice Rino Pruiti, sindaco di Buccinasco e consigliere alla Legalità di Palazzo Isimbardi. "Con il protocollo viene assicurato alle città il supporto giuridico e informativo necessario alla stesura dei piani", sottolinea il prefetto Claudio Sgaraglia, che ha partecipato ai lavori. "L’iniziativa racconta che a caratterizzare la forma di governo metropolitano, e a distinguerla dalle altre, sono proprio l’integrazione e il raccordo tra i diversi enti", chiarisce Antonio Sebastiano Purcaro, segretario generale dell’ex Provincia.

L’humus in cui è maturato tutto è l’intesa con Libera avviata da tempo. "La corruzione è una delle pratiche più subdole e più pericolose di cui anche le mafie si stanno avvalendo – ricordava Lucilla Andreucci, coordinatrice milanese dell’associazione fondata da don Ciotti alla Giornata della Trasparenza –. L’impressione, però, è che questo tipo di reato stia vivendo una sottovalutazione generale, che poi è il vero motivo che ci ha spinto ad agire con Città metropolitana". E oggi l’unità serve a puntare il faro su un problema in cui è incappato spesso anche il territorio. A cominciare dal mattone sporco a Cassano e Trezzo, allora guidate dal centrodestra e dal centrosinistra, come Pioltello ai tempi delle tangenti sul servizio rifiuti. A riprova che le stecche non hanno colore.