Un’anomalia da verificare come tante altre. Un campanello d’allarme a cui rispondere come un’altra decina ne sono suonati prima e durante la Prima. Per questo è stato identificato Marco Vizzardelli, che ha urlato “Viva l’Italia antifascista” dopo l’Inno; peraltro la stessa procedura è stata seguita con l’altro spettatore che ha gridato “No al fascismo”. Una "ordinaria modalità di controllo preventivo per garantire la sicurezza della rappresentazione – la nota della Questura –. L’iniziativa non è stata assolutamente determinata dal contenuto della frase pronunciata, ma dalle particolari circostanze, considerate le manifestazioni di dissenso poste in essere nel pomeriggio in città e la diretta televisiva dell’evento, che avrebbe potuto essere di stimolo per iniziative finalizzate a turbarne il regolare svolgimento". Tradotto: la verifica è stata effettuata solo per capire chi fossero quelle persone. "La conoscenza dell’identità – la chiosa – ha consentito di poter ritenere con certezza l’assenza di alcun rischio per l’evento".
Del resto, va ricordato che un anno fa la facciata della Scala fu imbrattata dagli attivisti di Ultima Generazione e che qualche ora prima gli ambientalisti avevano preso di mira la Basilica di San Marco. L’anomalia pre-spettacolo non è stata l’unica: tutte sono state vagliate dal dispositivo di sicurezza schierato dalle 13.30 in centro. Da un alert poi rientrato delle unità cinofile a chi si è presentato ai varchi senza titolo per superare le transenne. Fino a un uomo in smoking uscito dal foyer dopo l’ingresso di La Russa con un bicchiere vuoto in mano: visto che stavano per entrare altre due personalità, un poliziotto l’ha notato e gli ha chiesto di consegnargli il bicchiere. Tutto si è risolto in pochi secondi: la situazione è stata valutata, giudicata potenzialmente pericolosa e affrontata, senza che nessuno se ne sia accorto. Nicola Palma