Corso Como, "una zona a due facce. Le risse non ci stupiscono"

Il comitato cittadino e gli habitué della zona chiedono controlli. "Siamo in un quartiere pieno di potenzialità eppure la notte si ha paura"

I carabinieri in via Fratelli Castiglioni

I carabinieri in via Fratelli Castiglioni

Milano - "Ricordo la rissa scoppiata fuori da una discoteca in via di Tocqueville lo scorso ottobre" durante la quale una ragazza è stata accoltellata a una gamba. "Tre giorni fa, altro giovane colpito da fendenti in strada dopo una lite iniziata in discoteca in largo La Foppa. Ormai questi episodi sono all’ordine del giorno: non mi stupisco della notte di violenze con feriti. Perché fuori dalle discoteche non c’è una pattuglia fissa delle forze dell’ordine? Perché non c’è un intervento deciso delle istituzioni contro la delinquenza? A tutela della sicurezza di chi vuole ballare e divertirsi. Siamo in uno spicchio centrale della città, tra Porta Nuova e Garibaldi, in una zona che si è trasformata, con grattacieli e nuovi spazi per la collettività. In una parte che più di altre vanta un respiro europeo. Eppure si ha paura a girare di notte. Si teme di incontrare gruppi di ubriachi o spacciatori, oppure di essere rapinati". Ottavio Bertolero, del comitato 'Il Garibaldi', raccoglie le segnalazioni di tutto l’asse, da Gae Aulenti a Brera. Non esiste più, fanno sapere i cittadini di diversi quartieri che si sono uniti contro la malamovida, un comitato di corso Como. "Ma i problemi sono sempre gli stessi", continua Bertolero. Al mattino, sul pavè, restano le tracce di sangue come testimonianza della notte appena trascorsa. Abitanti e commercianti sottolineano che la zona ha due facce: "Di giorno passeggiano famiglie e turisti. Di notte c’è da aver paura. Basta imbattersi nel gruppetto “sbagliato“, magari con 4 o 5 ubriachi, per trovarsi nei guai senza motivo". Ivone Borges, brasiliana che vive a Milano da quasi un quarto di secolo, spiega che "mai passeggerei in piazza Gae Aulenti o in corso Como da sola, di notte. Non mi sentirei tranquilla".

In piazza, due ventenni che come tanti altri si ritrovano la sera a ballare hip hop o k-pop (genere musicale della Corea del Sud), uno in arrivo dalla zona di Romolo e l’altro da Loreto, aggiungono che "a una certa ora è meglio andarsene se non si vuol essere aggrediti, perché spuntano gruppetti che iniziano a gridare e a darci fastidio. Si sistemano sulle scale e bevono. Diventa pericoloso proseguire e allora andiamo via. Non lo faremmo, perché questo luogo ci piace: balliamo davanti alle pareti specchiate dei negozi affacciati su piazza Gae Aulenti. E siamo in tanti, prima che altri arrivino a rovinarci la festa: sicuramente ci vorrebbero più controlli notturni".

Non tutti la pensano allo stesso modo: Sara Pierri, che a volte attraversa la zona per tornare a casa, pensa che "vedere pattuglie delle forze dell’ordine mi darebbe un senso di soffocamento. Io non vedo una situazione così allarmante da rendere necessario un presidio fisso". Sentinelle notturne sono anche i rider che si ritrovano in piazza XXV Aprile, tra una consegna e l’altra. "Noi stiamo compatti, in un punto ben visibile. E non capita mai che qualcuno si avvicini a importunarci. Più problematica di corso Como, per me, è la zona di piazzale Maciachini: una volta mi hanno pure rubato la bicicletta", fa sapere Ismail Mohamed.

"Ma certe traverse, più nascoste, possono essere pericolose di notte". E, pur non avendo visto con i suoi occhi le scie di sangue rimaste per strada, non fatica a credere agli accoltellamenti notturni: "Ogni weekend purtroppo capita qualcosa".

 

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