Una targa ricorda la lotta alla dittatura

A Cinisello Balsamo, inaugurato progetto memoria per vittime nazifascismo, ricordando scioperi del 1944 e deportati nei campi di concentramento.

In via Guicciardini 15, in una delle corti storiche della città, c’erano i parenti di Aldo Beretta, l’Anpi, l’Aned, istituzioni e associazioni. Tutti insieme per ricordare le vittime del nazifascismo e per inaugurare un nuovo progetto dedicato alla Memoria, a 80 anni dagli scioperi del marzo 1944. A quei tempi Cinisello Balsamo contava poco più di 13mila abitanti: un paese di cascine e operai, molti impiegati alla Marelli, alla Falck e alla Breda della vicina Sesto San Giovanni. Già prima dell’arresto di Aldo, ci fu un’altra notte terribile. Quella tra lunedì 13 e martedì 14 marzo 1944, quando i militi fascisti, accompagnati da una lettiga per mascherare le loro vere intenzioni, arrestarono alcune tute blu delle fabbriche di Sesto che avevano scioperato, fermando la produzione per rivendicare libertà e condizioni migliori. Li prelevarono dalle loro abitazioni. Furono arrestati Angelica Belloni, Rosa Crovi, Maria Fugazza, Ines Gerosa, Riviero Limonta, Giovanni Ragazzo, Rodolfo Remigi, Giovanni Vergani, Tarcisio Vergani, Addone Visioli e Marcello Zaffoni. Alla mobilitazione, che fermò le fabbriche del Nord Italia, aderirono molti cinisellesi, 38 dei quali deportati nei campi di concentramento, come Aldo Beretta, che era sopravvissuto a una marcia della morte da Auschwitz a Mauthausen e poi morì a Gusen che non aveva compiuto neanche 21 anni, a pochi giorni dalla liberazione del campo. Ora, accanto alle pietre d’Inciampo presenti in città, è stata installata la prima targa che illustrerà l’impegno contro la guerra e la dittatura nazifascista e i momenti della vita dei deportati cinisellesi. Con l’occasione della posa della targa esplicativa si è eseguito anche lo spostamento della pietra alla memoria di Aldo, in una posizione più agevole e consona per affiancare il nuovo totem. La.La.