È passata poco più di una settimana dalla protesta di 1.400 persone, che si sono riversate in più punti della città al grido di "Basta morti in strada". Ma il tema resta caldo. Gli organizzatori hanno fatto il conto delle tragedie: "Sono 20 le persone uccise dall’inizio dell’anno a causa di incidenti automobilistici nelle strade di Milano, nove persone che camminavano a piedi, cinque in bici, altrettante in sella a mezzi motorizzati, una persona in monopattino". E gli incidenti degli ultimi giorni non placano gli animi. Le richieste sono semplici: "Chiediamo al Comune di realizzare urgentemente la città a 30 chilometri orari, come hanno già fatto Bologna e molte città europee, per rendere la nostra città un luogo sicuro per tutte le persone, indipendentemente dal fatto che si muovono a piedi, in bici, in monopattino, in moto, in auto". I manifestanti si sono ritrovati in quattro luoghi della città giovedì 21: 500 ai Bastioni di Porta Nuova, angolo via Solferino, 350 in viale Bianca Maria, angolo via Mascagni, altri 250 in viale Beatrice d’Este, angolo via Melegnano, e, infine 200 persone in corso di Porta Vercellina, angolo via Biffi. E durante la manifestazione hanno ricordato gli ultimi incidenti, tra cui quello mortale avvenuto al quartiere Adriano il 18 settembre: Antonia Pansini, di 75 anni, è morta dopo essere stata travolta da un mezzo Amsa mentre attraversava sulle strisce pedonali, senza che l’autista se ne accorgesse. Poi, ancora incidenti. Lo scorso lunedì in via Solari un ciclista di 34 anni è stato investito da un pirata della strada finendo in ospedale in codice giallo. Gli agenti della polizia locale sono a caccia del suv di colore scuro che ha travolto l’uomo.
Ai cittadini, la settimana scorsa aveva risposto il sindaco Sala sottolineando che "dobbiamo rendere più sicure le strade, questo è evidente. Il tema su cui tutti dibattono è la questione della velocità". E due giorni fa, durante il “vertice“ con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, è emersa la possibilità di installare autovelox vicino ad alcune scuole per tutelare meglio la sicurezza degli studenti.
Red.Mil.