VALENTINA KASTLUNGER*
Cronaca

Una politica incapace di fare distinguo

Valentina

Kastlunger*

Nonostante le piccole dimensioni della nostra sala abbiamo deciso di andare avanti. Senza farci annichilire e senza cercare soluzioni facili. Come tutti abbiamo rispettato pedissequamente le regole. Abbiamo comprato disinfettanti, mascherine, termometri, guanti, cambiato i flussi in sala, segnato rigidi percorsi, moltiplicato le ore di pulizia. E siamo andate oltre. Abbiamo cercato un modo rispettoso e critico di stare nella situazione attuale, di tematizzarla senza autocompatirci, rispondendo alle esigenze del presente. Ci siamo prese del tempo per ascoltare. Dopo il lockdown siamo ripartite con un questionario che indagava desideri e paure del pubblico. Sulla base delle risposte abbiamo fatto ciò che da sempre sappiamo fare al meglio: abbiamo studiato nuovi formati e costruito una programmazione autunnale pensata ad hoc, attenta al bisogno di cultura del pubblico e di lavoro degli artisti, coerente con la nostra identità e con le scelte già avviate. Abbiamo investito i fondi rimasti per produrre il programma da poco inaugurato: una mostra fotografica sui mesi del lockdown; una camminata audioguidata per spettatore singolo; un percorso urbano alla ricerca della natura nascosta; un’installazione multimediale; un importante spettacolo internazionale, cortesemente ospitato presso una sala più grande della nostra; due progetti interattivi online. Come sempre grandi nomi del teatro contemporaneo europeo accanto ad artisti emergenti italiani. E un programma di residenze artistiche che ha rispettato giornate e parametri ministeriali per sostenere gli artisti più giovani. Il pubblico ha risposto. Felice, non di rado entusiasta. Rimaniamo solidali. Certo. La priorità va alla sicurezza e all’incolumità di chi ci sta accanto. Alla tutela della scuola. Faremo, ancora una volta, la nostra parte. Ma c’è qualcosa che non va. Una politica incapace di fare distinguo, di programmare con lungimiranza, finisce per annichilire chi le regole più le ha rispettate, chi alla situazione sta reagendo nel modo più costruttivo possibile. Non è una novità per questo nostro paese. È un’abitudine fin troppo diffusa che avvelena un intero sistema. Stavolta sarà fatale. Non chiudete i luoghi della cultura. Sono luoghi sicuri. E di cultura c’è tanto bisogno.

*Direzione Artistica Zona K