Un silenzio assordante dal suo paese al sindacato: "Antonio Panzeri chi?"

Era mister 100mila voti. Un abile politico che faceva messe di preferenze nel Nord Ovest. La scalata partita dal cuore del sindacato, l’appoggio dei big a Roma. Ora l’arresto dell’intera famiglia con il blitz nella villetta di Calusco

Migration

CALUSCO (Bergamo)

di Annamaria Lazzari

Occhi sbarrati in segno di incredulità, ma rimangono cucite le bocche alla Camera del lavoro Metropolitana di Milano, a partire dall’attuale guida della Cgil milanese, Massimo Bonini, e dall’ex segretario generale Onorio Rosati, oggi consigliere regionale, a richiesta di un commento sulle vicende che hanno colpito Pier Antonio Panzeri – che ha ricoperto lo stesso incarico al vertice del sindacato meneghino dal 1995 al 2003. Panzeri è fra i fermati nell’ambito di un’inchiesta della magistratura belga su un’organizzazione criminale "infiltrata nel cuore del Parlamento europeo e sospettata di ingerenza nella politica Ue e di corruzione da parte del Qatar" secondo le rivelazioni "shock" dei giornali “Le Soir“ e “Knack“. Nell’indagine di Bruxelles, per corruzione e riciclaggio con il vincolo dell’associazione per delinquere, che vede coinvolto appunto l’ex eurodeputato del gruppo Socialisti e democratici, sono state fermate ieri anche la moglie di Panzeri, Maria Colleoni, di 67 anni, e la figlia Silvia, di 38, che adesso si trovano in carcere a Bergamo.

Secondo le informazioni della stampa belga, Panzeri con il neoeletto segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati (Ituc) Luca Visentini, nonché un direttore di una ong e un assistente parlamentare europeo - tutti italiani – risultano indagati e prestissimo dovranno presentarsi davanti a un giudice che deciderà sulla convalida del mandato di arresto. Nella serata di ieri, appena si è saputo che la vicenda giudiziaria aveva finito per travolgere anche la moglie di Pier Antonio Panzeri, e la figlia, lo sgomento si è spostato anche nella Bergamasca e nel comune di Calusco D’Adda, ottomila anime, nella casa di via Bergamo, dove si sono presentati i carabinieri. Ora lei e la figlia, che vive però a Milano, sono state trasferite nel carcere di Bergamo.

"La sua carriera politica è nata alla Cgil di Milano, non è un personaggio molto legato al paese. Faccio il sindaco da due mandati e non mi risulta che abbiamo mai svolto un ruolo politico qui a Calusco D’Adda e posso dire che non è nemmeno attaccato al territorio – conferma Michele Pellegrini –. Ogni tanto lo si incontra in giro, ma da quando è diventato eurodeputato non lo si vede praticamente mai". Panzeri, classe 1955, originario della provincia di Bergamo (è nato a Riviera d’Adda) non è stata certo una "meteora" nella Cgil dove ha mosso i primi passi e ricoperto diversi incarichi culminati con gli otto anni, dal 1995 al 2003, alla guida della Camera del lavoro di Milano. Un passato rivendicato con orgoglio anche quando, al termine del secondo mandato da segretario generale, aveva iniziato la sua seconda vita come europarlamentare.

"Un sindacalista in missione nell’Europa della politica" intitolava L’Unità un’intervista alla vigilia della sua candidatura per il parlamento di Strasburgo nella lista di Romano Prodi. Annus mirabilis il 2004. Infatti alla prima legislatura al Parlamento europeo Panzeri viene eletto per la lista Uniti nell’Ulivo nella circoscrizione nord-ovest, facendo il pieno con 105mila preferenze. Nei cinque anni successivi Panzeri colleziona cariche: non solo è vice presidente della commissione Occupazione e affari sociali ma pure membro supplente della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori e fa parte della delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti e il Giappone. Riconfermato nel 2009 diventa presidente della delegazione per le Relazioni con i paesi del Maghreb ed entra nelle commissioni Affari esteri e Mercato Interno. Nel 2014 con 77.102 voti viene eletto eurodeputato una terza volta nelle liste del Pd e tra le varie poltrone europee spunta quella da presidente della Sottocommissione per i diritti umani. Nel 2017 lascia i Dem per aderire ad Articolo I e poi alla lista elettorale "Liberi e uguali". Poi un’eclissi sul suo nome fino alla notizia "bomba" di ieri su un’ondata di perquisizioni, a seguito di un’inchiesta aperta a metà luglio 2022 su una presunta organizzazione criminale, infiltrata nel cuore del Parlamento europeo e sospettata di ingerenza nella politica dell’Unione e corruzione da parte del Qatar. Il più famoso dei fermati è quello dell’ex europarlamentare italiano del gruppo dei Socialisti e democratici.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro