Quale destino per la città di Milano? Era la domanda alla quale si tentava di rispondere, nei giorni scorsi, durante un convegno di Assoedilizia, con un dibattito che ha prodotto proposte d’intervento specifiche. In quella sede Alberico Belgiojoso, ex-professore ordinario al Politecnico di Milano e presidente dell’associazione “Architetti per Milano“, ha esposto il proprio pensiero su come migliorare e valorizzare la città attraverso interventi che ne valorizzino la bellezza e l’identità, mantenendo al centro dell’attenzione, prima di ogni trasformazione, la qualità urbana, la storia e la sicurezza.
Professore, qual è la bellezza di Milano?
"È città d’arte delle trasformazioni molto ben leggibili nel tessuto urbano, in cui si intravedono i cambiamenti avvenuti nelle varie epoche. Ha sicuramente una presenza storica molto importante, ma è molto densa, i monumenti sono invasi. Inoltre, anziché un unico grande museo, ha il pregio di possedere una sequenza di musei e spazi espositivi collegabili tra loro".
Quali sono allora, secondo lei, gli interventi per valorizzarla?
"Nel centro storico metterei in evidenza la sua storia: i resti romani, l’anfiteatro e il palazzo imperiale. Poi uno dei due grandi assi della città romana, il cardo, che va da via Manzoni attraverso piazza Mercanti fino alla Biblioteca Ambrosiana, può essere esaltato ripulendo l’arredo urbano, inserendo illuminazioni e pavimentazioni unificate. Sarebbe da mettere in evidenza anche il cosiddetto “museo diffuso“, la zona che va dal Museo del Novecento" alle Gallerie d’Italia, a Brera, al Poldi Pezzoli, al Castello Sforzesco, a Santa Maria delle Grazie con l’Ultima cena. Il tutto attraverso un’evidenziazione delle strade che li collegano e l’utilizzo di targhe che identifichino ciascun punto. Milano diventerebbe, così, un museo all’aperto più interessante dei grandi musei d’Europa, proprio per questo inserimento negli spazi urbani. Anche nella fascia esterna alle mura spagnole andrebbe conservato il sistema degli isolati con le loro facciate e la rete dei viali alberati. Infine, è importante salvare i nuclei storici della periferia – Lambrate, Baggio, Greco e l’Ortica – con il restauro e la liberazione dal forte traffico, collegandoli con linee in superficie e metropolitane, valorizzando i nodi d’interscambio. In aggiunta, la periferia deve essere vista come un sistema urbano più ampio, dotato di diverse presenze, centri storici, resti agricoli, ex-edifici industriali dismessi che, riordinati opportunamente con criteri di qualità urbana adeguati, può risultare altrettanto attrattivo dell’agglomerato urbano tradizionale".
Milano il contrario di Parigi?
"In un certo senso. La monumentale Parigi è sgombra da segnaletiche urbane, i monumenti sono ben visibili per la loro dimensione. Basti pensare che place de la Concorde è grande come l’intero centro storico della nostra città. A Milano, invece, le glorie storiche sono poco evidenti. I bastioni spagnoli e i relativi caselli ricostruiti nel periodo neoclassico, ad esempio, sono sopraffatti dall’arredo urbano, come la maggior parte dei monumenti milanesi. Con un’opportuna liberazione dello spazio intorno la loro architettura può venire valorizzata".
Come agire sul traffico?
"I collegamenti di trasporto pubblico andrebbero migliorati, compreso il funzionamento delle ferrovie. Bisognerebbe diminuire l’accesso in città di auto dall’esterno facendo funzionare meglio i nodi di interscambio e creandone altri, per trasferire i visitatori e i pendolari sui mezzi pubblici. È importante il restauro anche della cintura ferroviaria, una grande opera di architettura civile deteriorata dalla scarsa manutenzione da parte delle ferrovie.
Che ne pensa dell’inchiesta sull’edilizia e dei recenti sequestri da parte della Procura di numerosi cantieri?
"L’accaduto è un grave problema dell’urbanistica milanese, molto difficile da risolvere".
È vero che Milano è diventata solo per ricchi?
"Concordo: i costi delle residenze sia di proprietà che in affitto sono molto alti, perciò le categorie che non possono permettersele devono scegliere posizioni più esterne. Primi fra tutti gli studenti e Milano è la citta delle università. Bisogna rimediare con gli studentati, che al momento sono pochi e sull’aumento di incentivi come borse di studio che aiutino gli studenti a rimanere in città evitando la fuga all’estero".
Ma questi interventi verranno mai realizzati?
"Sono ottimista perché a gennaio-febbraio si concluderà la revisione del piano urbanistico di governo del territorio. Inoltre, la Commissione per il paesaggio ha molto potere e auspico che tenga conto dei criteri di indirizzo che abbiamo definito. E che si ponga rimedio alle irregolarità edilizie, al traffico, alle problematiche urbanistiche della città in nome della sua identità e bellezza".