BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Un pastificio al posto dell’ex scalo merci

Cassano d’Adda si trasforma grazie all’investimento di sei milioni di euro e il nuovo stabilimento produttivo della famiglia Campioni

di Barbara Calderola

Un pastificio al posto dei binari morti. Volta pagina il vecchio scalo merci di Cassano uscito di scena una quarantina di anni fa – troppo ridotta la sua dimensione per ospitare i treni che sarebbero diventati superveloci – al suo posto arriva la “Città del lavoro”.

Fine del degrado e della desolazione degli ultimi decenni. Tutto ruoterà intorno al nuovo polo produttivo Donato Campioni, uno dei marchi che fanno gonfiare il petto d’orgoglio al sindaco Roberto Maviglia, un po’ per lo stile di questi imprenditori schivi e attaccati al territorio con tanta voglia di guardare avanti, un po’ perché è uno dei progetti che chiude idealmente il suo secondo e ultimo mandato. "Ricuciamo un’area abbandonata al resto della città - spiega il primo cittadino - e lo facciamo nel migliore dei modi con assunzioni quando lo stabilimento sarà aperto". Razza concreta, i Campioni "non fanno mai il passo più lungo della gamba" e sono tenaci: il progetto di raddoppiare la fabbrica di famiglia fondata nel 1947 risale al 2008, l’obiettivo è lo sviluppo, ma si fa impellente adesso che fra cinque linee produttive e un magazzino gli spazi sono diventati stretti. Cambi d’assetto in Fs, proprietaria con il braccio "merci" dell’hub fanno correre il tempo, l’idea è quasi accantonata, si pensa a un’altra location, quando per l’acquisto di metà dell’area che supera i 200mila quadrati - si fa avanti un esperto della rigenerazione: Officina Mak, colosso del recupero di siti abbandonati – ex Galbani a Melzo, ex Idalium a Vimodrone, ex Nokia a Cassina, ex Frette a Concorezzo e l’elenco potrebbe continuare - già noto in città per il restyling della vecchia caserma carabinieri sulla Provinciale. Presto, grazie a loro, sarà di nuova di zecca e ospiterà la tenenza quando la Compagnia traslocherà a Pioltello.

L’operazione ha tutti i crismi per andare in porto, lo scalo viene venduto ai due imprenditori dalle ferrovie per 6 milioni di euro, mentre 3 andranno al Comune fra oneri e opere pubbliche: "1,2 milioni - spiega Daniele Consonni, ceo di Officine Mak - per parcheggi, nuova viabilità e una pista ciclabile che collega l’area a viale Europa e a un nuovo parco di 18mila metri sempre in zona". Per la società la doppia destinazione terziario e commerciale, ma è sul produttivo che sono concentrati tutti: "Procederemo per fasi, - spiega Alberto Campioni, uno dei tre titolari del pastificio - come si deve fare maneggiando un’attività come la nostra. Ogni step avrà una sostenibilità economica. Siamo sempre molto attenti ai conti". Una politica che ha portato la proprietà alla conquista del mondo, il 97% del fatturato viene realizzato all’estero, dopo aver rinunciato alla "guerra dello scaffale". "Fra gli anni Settanta e Novanta si è giocata una partita per la sopravvivenza dei produttori Made in Italy: o eri un nome, o i tuoi spaghetti finivano in un angolino al supermercato. Per questo mio padre ha riempito la valigia e ha cominciato a girare il mondo".