REDAZIONE MILANO

Un nuovo forno crematorio nel cimitero di via Longarone Seicento firme dicono no

L’Amministrazione aderisce alla chiamata della Regione. Ma i Dem non ci stanno. e promuovono la petizione

Quasi 600 firme sono state raccolte per dire no al forno crematorio, che l’Amministrazione comunale si è candidata a realizzare sul territorio. Nei giorni scorsi, infatti, dopo Cinisello anche Cologno ha deciso di aderire alla call della Regione per l’individuazione di potenziali aree dove edificare l’impianto.

"Il bacino d’utenza attorno alla nostra città vede un solo forno attivo e come Amministrazione, ricordando anche le tragiche immagini delle camere mortuarie piene, abbiamo deciso di aderire a questa chiamata – spiega l’assessore ai Servizi cimiteriali Simone Rosa – Si tratta del primo passo di un lungo percorso che potrebbe portare un tempio crematorio a Cologno nel camposanto di via Longarone, là dove era già previsto dai progetti di chi mi ha preceduto negli anni Novanta".

Il Pirellone ha già messo nero su bianco che gli attuali impianti di cremazione presenti in regione non bastano a soddisfare le richieste e ad accorciare le liste d’attesa, soprattutto alla luce dei troppi decessi provocati dall’emergenza sanitaria. Il bacino di utenza analizzato copre il territorio per un raggio di 60 chilometri dalla linea del confine comunale e vede una previsione minima di 1.200 cremazioni all’anno per linea. Nel cimitero di via Longarone si provvederà anche alla realizzazione della Sala del commiato", per rendere al defunto le estreme onoranze. Ma i Dem non ci stanno e hanno lanciato immediatamente la petizione online.

"Cologno si candida a diventare uno dei templi crematori con la maggiore produzione di tutta la Lombardia – si legge nel testo che accompagna la petizione – Oltretutto in un’area che ospita, nelle vicinanze, uno dei più grossi impianti di compostaggio della Città Metropolitana di Milano e che avrà l’aria come principale vittima dell’impatto. Da qui il timore di un ulteriore aggravarsi della situazione ambientale del territorio".

A Cinisello, dove si sono superate le 2.500 cremazioni nel 2020, l’Amministrazione ha approvato di recente un documento per chiedere alla Regione l’autorizzazione alla sostituzione dei due forni e soprattutto la possibilità di attivarne altri due, in modo da consentire alla città di operare tutto l’anno senza interruzioni.

Laura Lana