
Il murale di Palombo davanti alla sede della Caritas in via San Bernardino
Tornando al lavoro ieri mattina, gli operatori della Caritas Ambrosiana hanno trovato Papa Francesco ad attenderli al cancello della sede di via San Bernardino. Niente di miracoloso, però "è stata una bella sorpresa, un regalo inaspettato e un riconoscimento per tutti i volontari e gli operatori che lavorano con i migranti vicini e lontani", riflette Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana, il murale realizzato da aleXandro Palombo. Il titolo è “Franciscus - The Hope”, e vi si raffigura il Papa morto il lunedì dell’Angelo e per il quale il governo di centrodestra che ha lanciato i trasferimenti forzati di migranti illegali nei centri in Albania ha proclamato cinque giorni di lutto nazionale, incluso il 25 Aprile dell’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo.
È fedele al verbo di Bergoglio, il papa ritratto da Palombo: indossa un saio francescano, un giubbotto e un salvagente come quelli delle organizzazioni che pattugliano il Mediterraneo per salvare i migranti illegali dai naufragi, e ai suoi piedi c’è un bambino che ricorda Alan Kurdi, il curdo siriano di tre anni trovato senza vita su una spiaggia turca. Accadde dieci anni fa, come l’Expo di cui, sopra il murale, sulla facciata della sede della Caritas, è rimasta una scritta in francese ("Ce n’est pas seulement de pain", "Non di solo pane") proveniente dal padiglione del Vaticano. Tutti "segni" che, osserva Gualzetti, "illustrano diversi aspetti dell’insegnamento spirituale e pastorale di Papa Francesco, a cominciare dall’insistenza ad accogliere, proteggere, integrare. È opportuno continuare a raccontare alla città che l’uomo in difficoltà ha bisogno di pane materiale. Ma, come tutti noi, ha altrettanto bisogno di sperimentare il gusto della fraternità".Giulia Bonezzi