ROZZANO (Milano)
Chi sono Manuel e Daniele, vittima e carnefice di una notte senza senso che ha distrutto per sempre due famiglie. Avrebbero potuto essere colleghi di lavoro. Il destino li ha fatti lavorare entrambi per un supermercato. È questo l’unico tratto che condividono, insieme alla residenza a Rozzano, dove entrambi erano poco conosciuti. Il primo perché si dedicava al lavoro e tornava in città praticamente solo per dormire. Il secondo, con qualche piccolo precedente, verosimilmente viveva di notte quando sfogava la rabbia sulle strade. Manuel Mastrapasqua, 31 anni, abitava nel quartiere popolare in via Lillà al civico 13, a pochi passi dal Parco 2 e ad alcune centinaia di metri dalla fermata di quel tram che gli consentiva tutti i giorni di andare e tornare dal suo supermercato. Viveva in una casa Aler in quel quartiere che dove le strade portano tutte nomi di fiori. Viveva col fratello e con la madre. Il papà era venuto a mancare cinque anni fa. Davanti a sé la prospettiva di un matrimonio, di una vita semplice, per molti ma non per lui. Per ora, solo sogni. Come quello di possedere un’auto. Lui ce l’aveva e per questo ogni giorno andava a lavorare con i mezzi pubblici. Di lui quelli che lo conoscono dicono tutti che era il classico bravo ragazzo. Daniele Rezza ha 19 anni. Lo dividono dalla sua vittima undici anni, l’appartenenza a un’altra generazione e i piccoli precedenti penali. È lui che lo ha massacrato per 15 euro di cuffiette. È originario di Pieve Emanuele, ma da tempo vive in via Trento al civico 33, ai margini del quartiere popolare, ma in una zona residenziale, dove i palazzi sono più bassi e gli alberi più alti. Un chilometro di distanza.
Due appartamenti, due famiglie nel dramma, divise da un quarto d’ora di passeggiata a piedi. Due vite che si sono incrociate per la prima volta sul marciapiedi di viale Romagna, in una notte vigilata solo dalle staffette degli spacciatori. Un appuntamento durato meno di due minuti, finito con un giovane a terra morto e un’altra vita distrutta. Daniele di notte girava con il coltello. Non sempre probabilmente ma è sicuro che quella notte fra giovedì e venerdì è uscito di casa armato e carico di rabbia, non si sa per quale motivo. Ha detto che era stata una giornata dura. È uscito e si è diretto verso il tram 15. Solo per un caso ha incontrato Manuel e senza alcun motivo apparente ma solo per lo sfizio di rubargli qualcosa non ha esitato a accoltellarlo mortalmente. Anche lui non era molto conosciuto a Rozzano. Ma negli ambienti quelli dello spaccio o della malavita di periferia non sanno chi sia. "Non è uno dei giri strani – spiega un ragazzo che conosce la piazza – Certe cose sono fuori da ogni regola. Quello è solo un balordo. Un bullo. Uno come Fedez che dice di essere di Rozzano per spaventare il rivale. Questo è uscito di casa per fare il gradasso con un coltello e non sa manco cosa ha combinato".