Milano le ha dedicato il giardino di Piazza San Pietro in Gessate, all’incrocio tra via Chiossetto e largo Marco Biagi, di fronte al Palazzo di Giustizia, dove anche grazie a lei lavorano ogni giorno centinaia di avvocate, procuratrici e magistrate.
Lidia Poët è stata la prima avvocata italiana. Alla cerimonia ha partecipato l’assessore alla
Cultura, Tommaso Sacchi. Lella Costa ha chiuso con una lettura. Lidia Poët nasce a Perrero in provincia di Torino il 26 agosto del 1855 da una agiata famiglia valdese.
È tra le prime donne italiane a frequentare la facoltà di Giurisprudenza, materia in cui si laurea a Torino nel 1881 discutendo una tesi sulla condizione femminile nella società e sul diritto di voto per le donne. Superato l’esame di abilitazione alla professione forense si iscrive all’Ordine degli Avvocati e dei Procuratori di Torino nel 1883. La sua carriera però dura pochissimo.
Osteggiata dai colleghi uomini e in seguito ai pronunciamenti della Corte d’Appello e della Corte di Cassazione per cui "la donna non può esercitare l’avvocatura" la sua iscrizione viene annullata. Ma lei non si rassegna e inizia la sua battaglia per ottenere la parità tra uomo e donna nella professione forense e non solo.
Aderisce al Consiglio Nazionale delle Donne Italiane (CNDI) fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1903, rivendicando diritti per le donne - come il diritto al voto, al divorzio, l’equiparazione tra figli naturale e legittimi, il servizio civile per le ragazze - che saranno riconosciuti solo decine di anni dopo.