Un fucile per controllare la piazza Così si muovono i pusher di eroina

Due ricercati arrestati in via Orwell. Sequestrata l’arma rubata a casa di un collezionista bergamasco

di Nicola Palma e Marianna Vazzana

MILANO

Sono in costante movimento sulla direttrice Rogoredo-San Donato. Cercano sempre nuovi spazi da riconvertire in mini-piazze di spaccio dell’eroina. Sono alla perenne caccia di luoghi nascosti, sotto i pilastri di cemento che reggono le carreggiate della tangenziale o lungo i binari dell’alta velocità, per sfuggire ai controlli. Sono i reduci di via Sant’Arialdo, che tre anni fa ha smesso di essere l’indirizzo del market della "nera" a buon mercato ed è ridiventata la principale via d’accesso al parco Cassinis, ora meta di residenti, runner e appassionati di mountain bike. Pusher e tossicodipendenti si sono via via spostati verso sud, stabilendosi in edifici dismessi o in rifugi di fortuna a due passi dalla massicciata.

Un moto perpetuo seguito passo dopo passo dagli investigatori che presidiano quotidianamente quella periferia, così da stroncare sul nascere qualsiasi tentativo di ricreare le condizioni per un boschetto-bis. L’ultimo blitz è andato in scena venerdì mattina sulla spianata di via Orwell e ha portato a una scoperta inquietante, che rimanda a scenari semi-inediti a queste latitudini ma ormai consuetudine in altri luoghi come il parco delle Groane e alcune aree boschive delle province di Varese e Como: gli agenti del commissariato Mecenate, coordinati dal dirigente Angelo De Simone, hanno trovato un fucile a canne mozze artigianale, con relativo munizionamento, rubato l’11 gennaio nell’abitazione di un collezionista di Seriate, in provincia di Bergamo. L’ipotesi principale, visto il contesto in cui è avvenuto il sequestro (a carico di ignoti), è che quell’arma (ora in mano agli esperti della Scientifica) venisse usata da chi gestisce lo smercio al dettaglio per tenere a bada i clienti più impazienti e difendersi da eventuali rivali. Nel corso della stessa operazione, gli investigatori di via Quintiliano hanno arrestato due ricercati: il quarantaduenne algerino Adzine C., portato a San Vittore per un ripristino della misura cautelare del carcere per rapina, e il trentottenne marocchino Abdelghani E., a sua volta finito in cella per scontare un anno e cinque mesi per droga. Erano nella zona del cosiddetto "ponte spezzato", tra pusher ed eroinomani in coda per la dose.

Nell’ultimo mese, il monitoraggio delle forze dell’ordine si è fatto ancor più intenso, anche perché, sotto il coordinamento della Prefettura, sono stati avviati a cura di Rfi gli interventi di sfalcio e bonifica della vegetazione, così da eliminare tutti gli ostacoli visivi che impediscono di sorvegliare dall’alto quei territori apparentemente disabitati. Nel piano pure lo sgombero, effettuato una ventina di giorni fa d’intesa con Eni, dell’ex box office del distributore di benzina di San Donato, vicino al Crowne Plaza Hotel, che era diventato la dimora sporca e maleodorante per una dozzina di disperati.

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