CARLO MORFINI*
Cronaca

Un disastro Cambiare è doveroso

Carlo

Morfini*

Milano ti scrivo, molto arrabbiato, sicuro che mi capirai e ti darai da fare. Oggi è il primo giorno in cui sto bene dopo 16 pessimi a contrastare il Covid, assolutamente abbandonato da qualsiasi forma di pubblica assistenza medica, psicologica o logistica che sia. Meno male ci sono gli amici, medici e non. Ero già arrabbiato prima di ammalarmi; osservavo un Governo incerto ed isterico nelle contromisure, Amministrazioni locali litigiose almeno quanto gli “Scienziati”, Strutture Territoriali che preformano solo grazie all’abnegazione dei singoli in carenza di una organizzazione sistematica. Questa evidente inadeguatezza mette a repentaglio il futuro di tutti noi. Poi mi sono ammalato e la rabbia è salita insieme alla febbre e tutti gli altri disagi. La realtà ha superato la peggior immaginazione; test negati, cure indisponibili, sostegno psicologico non pervenuto, prevenzione per i tuoi parenti non affrontato. Puoi solo contare sulle tue forze che sono flebili. Sei a letto con la febbre alta, dolori ai polmoni, dolori alla schiena, occhi di congiuntivite, tosse insopportabile; sei da solo e “parli” con il tuo saturimetro che discrimina tra bene e male, devi procurarti farmaci, imparare a farti le iniezioni e fare la spesa. Delle tue emozioni non importa nulla a nessuno, della tua paura quando la sera non riesci a respirare, del tuo senso di colpa perché forse, in buona fede, lo hai “attaccato” a tuo padre novantenne che ha ben altri guai fisici. Del fatto che più banalmente devi far fronte al tuo impegno professionale e non riesci a concentrarti per rispettare le scadenze. Di tutto questo riesci a parlare solo con qualche amico, con i tuoi “congiunti” che hai procurato di allontanare dalla tua casa, come si deve. Della famosa Ats e altrettanto citata Usca non abbiamo notizie ... gli sarà mica successo qualcosa ...?! Allora, cara Milano, capisci che questa, cosi com’è, non è la città che conosci quella di cui sei stato orgoglioso, forse superficialmente, fino a ieri; una città disorganizzata e disumana, ancora impreparata dopo 9 mesi alla seconda ondata. Inaccettabile! Ma siccome la conosci, sai che ci sono molte persone che presto dovranno e potranno fare la differenza rispetto a questa caduta. Pensi al futuro ma ora con un senso di maggiore urgenza e con maggior priorità ai servizi che forse prima avevi dato per scontati. Dobbiamo tutti immaginare e realizzare una città diversa che sviluppi una solidità anche economica soprattutto una solidità sociale di un’altra categoria che non può essere basata solo sulla generosità e volontarietà del singolo.

*Direttore Generale Fondazione La Triennale