Le aggressioni al personale sanitario sono un problema serio, esploso dopo la pandemia, in Italia e in particolare a Milano, che come tutte le metropoli pullula di "soggetti con comportamenti antisociali, aggressivi e violenti", per problemi a volte psichiatrici, altre volte legati all’abuso di sostanze o al semplice istinto di prevaricazione. Proprio i protagonisti delle "situazioni di emergenza" che si pone l’obiettivo d’affrontare un protocollo operativo firmato in Prefettura con la Regione, la Questura e il Comando provinciale dei carabinieri, l’Areu e l’Ats Metropolitana di Milano. Il protocollo, spiegano da Palazzo Lombardia, serve a garantire interventi tempestivi ed efficaci delle forze dell’ordine quando il personale sanitario si trova a gestire "eventi in cui siano coinvolti soggetti pericolosi, migliorando la collaborazione tra il sistema del 118", i carabinieri e la polizia "per tutelare l’incolumità dei soccorritori e degli stessi individui in stato di alterazione".
L’accordo stabilisce procedure precise, in testa un codice dedicato - "Codice I" - per attivare immediatamente le forze dell’ordine a fronte di comportamenti pericolosi. Sono previsti anche interventi congiunti, sul luogo dell’emergenza, per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza della scena, e l’accompagnamento eventuale dei mezzi di soccorso negli ospedali "per prevenire rischi durante il trasporto".
La Prefettura di Milano coordinerà un monitoraggio dell’efficacia del protocollo, all’Ats spetterà invece la formazione interforze nella gestione delle situazioni delicate. "Lavorare insieme per proteggere il personale sanitario e la cittadinanza è una priorità assoluta" sottolinea l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso. Gi.Bo.