MONICA GUERCI
Cronaca

Un boato, poi la bomba carta: allarme nell’azienda in crisi

Alla Tecnomagnete di Lainate a rischio licenziamento metà dei 106 dipendenti. Le indagini: dirigenti nel mirino. La condanna dei sindacati: "No alla violenza".

di Monica Guerci

Una bomba carta è esplosa nel parcheggio della Tecnomagnete spa. Un atto intimidatorio a opera di ignoti diretto all’azienda di via Nerviano a Lainate, da tempo in crisi. Sotto Natale una testa di maiale mozzata era stata lasciata davanti agli uffici dirigenziali. L’altra mattina invece un forte boato e una grande nube di fumo davanti alla palazzina degli uffici hanno fatto scattare l’allarme. Sul posto sono giunti i carabinieri della stazione di Lainate.

Il motivo scatenante, secondo i dipendenti, andrebbe cercato nella crisi occupazionale aggravata dall’emergenza sanitaria. Sono 106 i dipendenti dell’azienda, la metà sarebbe a rischio licenziamento. Da tempo amareggiati e in ansia per il futuro, i lavoratori hanno organizzato scioperi e proteste sindacali. L’ultimo a settembre scorso. In cassa integrazione a rotazione, avevano protestato per l’assegno della cassa Covid che non arrivava. "Avanti così non si può andare", gridavano davanti ai cancelli della storica azienda lainatese, che da 40 anni si occupa della progettazione, produzione e commercializzazione di sistemi magnetici elettropermanenti per l’industria. "Scioperiamo perché l’azienda capisca la necessità per noi di avere risposte serie e concrete sul futuro dei lavoratori", spiegavano i rappresentanti sindacali Vito De Gregorio della Uilm Milano, Monza e Brianza e Mauro Fioraso della Fiom. Già messi in ginocchio da anni di incertezze sul futuro dell’azienda, ai mesi di stipendi a singhiozzo i lavoratori avevano dovuto aggiungere i ritardi sui pagamenti della cassa Covid che l’azienda non aveva anticipato. Una situazione che ha generato e continua a generare tra i dipendenti che rischiano il posto di lavoro rabbia nei confronti dei dirigenti, accusati di essere i responsabili della crisi che la società sta vivendo.

Sull’accaduto arriva la "ferma condanna a ogni atto di violenza e intimidazione. Con convinzione ribadiamo che sarà indispensabile trovare una soluzione per ogni dipendente. La crisi per Covid 19 non è la motivazione che ha portato la Tecnomagnete a questa situazione, piuttosto la responsabilità è da cercare nel gruppo dirigente, una situazione di estrema difficoltà iniziata molto prima della pandemia, che è sfociata in una procedura concorsuale. La Iulm e i lavoratori sono convinti e certi che esiste ancora un futuro per la continuità produttiva di questa storica azienda e lo dimostrano le manifestazioni di interesse che arrivano dai vari gruppi industriali. Proprio per questo motivo sarà indispensabile un atteggiamento costruttivo e soprattutto collaborativo dell’attuale gruppo dirigente", dichiara Vittorio Sarti, segretario della Uilm-Uil Milano Monza e Brianza. L’obiettivo per i sindacati è scongiurare il fallimento e guardare al futuro. Dietro l’angolo potrebbero esserci società piemontesi e austriache interessate all’acquisto.