
Il quartiere Ponte Lambro sott’acqua a causa delle forti piogge e gli interventi di Polizia locale
MILANO – Emergenza maltempo. Su Milano ieri si sono abbattute forti piogge che hanno provocato una serie di disagi ai cittadini e agli automobilisti. L’assessore comunale Marco Granelli ha monitorato la situazione e aggiornano i cittadini tramite dei post sul suo profilo Facebook. Nell’ultimo post scritto l’esponente della Giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala indicava “forti piogge su Milano e a nord. Sono caduti a Milano 45-50 mm di acqua, nella zona nord tra Rho e Monza tra 60 e 70 mm di pioggia. Il livello del Lambro è in salita vorticosa, e a Milano abbiamo raggiunto 2.70 cm in via Feltre. Abbiamo evacuato le comunità del Parco Lambro”.
Non solo. “Nel quartiere Ponte Lambro – continua Granelli – è avvenuta la fuoriuscita dell’acqua dai tombini stradali di via Vittorini per aumento dei livelli di fognatura e per il rigurgito del fiume Lambro. Per la prima volta abbiamo posato barriere mobili lungo la via Vittorini per deviare l’acqua nel parco tutelando il quartiere dell’allargamento. Sempre nel quartiere nelle settimane scorse abbiamo dato ai privati alcune paratie mobile per protegge ingressi in via Rilke, posate anche nelle case MM. Per il Seveso stiamo monitorando e siamo pronti e vicini all’attivazione della vasca realizzata dal Comune”.
Nel giorno di forti piogge, che contribuiscono a rovinare l’asfalto e a creare buche nella vie cittadine, il Comune ha fatto il punto sulle attività di manutenzione poste in atto negli ultimi mesi per evitare le strade “groviera”. Non a caso, tra i fattori che contribuiscono al degrado, le slide mostrate ieri nella sottocommissione sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie indica proprio “la pioggia consistente e duratura”. Le altre? “Presenza di binari con armamento da sostituire”, “salature invernali” e “flussi consistenti di traffico veicolare”.
Il documento di Palazzo Marino parte da una panoramica generale sul patrimonio milanese: 4 mila strade lunghe 2.100 chilometri, 17,2 milioni di metri quadrati di aree stradali, 1,5 milioni di mq di pavimentazioni lapidee, 4.100 km di marciapiedi, 500 ponti, 328 km di piste ciclabili e 7.429 incroci. Una premessa che sembra indicare che con numeri del genere è difficile riuscire a aggiustare in tempi rapidi tutte le superfici e in tutte le aree cittadine. Ma tant’è.
Quanto agli interventi copri-buche (asfalti e pietre), una tabella mostra quelli effettuati nel 2025, nel 2024 e nel 2023. Quest’anno, fino al 20 maggio, sono state eseguiti lavori in 100 località e ne sono stati pianificati 90 da qui a fine anno. L’anno scorso, invece, 170, lo stesso numero dell’anno precedente. Dunque, nel 2025, gli interventi tappa-buche sono teoricamente in aumento rispetto al passato.
Un indice del fatto che il problema dei “crateri“ nelle strade milanesi si sta aggravando? Se la risposta la desse il comico Maurizio Crozza, sarebbe certamente un sì, visto che insiste spesso, nei suoi interventi televisivi, sulla “grovierizzazione“ delle strade meneghine. Scherzi a parte, le slide mostrate ieri in commissione a Palazzo Marino, indicano numeri che mostrano che il problema è rilevante. Sul fronte della manutenzione ordinaria delle strade, infatti, dal luglio 2023 all’aprile 2025, le buche riparate sono state 74.065, i masselli riparati circa 10.357, i rappezzi e le asfaltature hanno riguardato 14 mila metri quadrati. Rispetto a questi ultimi dati, sono stati 27 mila gli interventi totali realizzati con gestione MM e circa 70 mila le buche colmate.
Il Comune, infine, indica per punti la strategia per migliorare la tempestività e l’efficacia degli interventi tappa-buche: “Incremento delle risorse per la manutenzione ordinaria con estensione delle tipologie di interventi; miglioramento dei criteri per la selezione delle imprese; gare d’appalto con più operatori economici; incrementare il sistema dei controlli e delle penalità sull’esecuzione del contratto; continuo sviluppo di tecnologie per il rilevamento e la gestione; continua sperimentazione nuovi materiali e tecniche di intervento”.