REDAZIONE MILANO

Un allevamento d’insetti alla Statale di Milano

Obiettivo: studiare un modello sostenibile e capire se lo è davvero. Primo ostacolo: le temperature. Intanto si dà il via anche alla panificazione

Un allevamento di grilli del focolare all’università Statale di Milano. È il cuore del progetto “Maic“ (“Modello Allevamento Insetti Commestibili), finanziato da Fondazione Cariplo e condotto dal Centro per lo Sviluppo Sostenibile e dalle Università degli Studi di Milano e di Torino, insieme all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. È il primo benchmark italiano per l’allevamento sostenibile di insetti edibili.

"L’obiettivo è raccogliere dati e informazioni per definire un modello di allevamento di Acheta domesticus, quello che chiamiamo comunemente grillo del focolare o domestico, che sia sicuro dal punto di vista igienico-sanitario e a basso impatto ambientale", spiega Costanza Jucker, ricercattrice del DeFENS, il dipartimento di Scienze per gli alimenti, la nutrizione e l’ambiente dell’Università degli Studi di Milano.

I risultati serviranno anche a stendere linee guida per l’analisi del rischio sull’utilizzo di proteine da insetto a scopo alimentare e per l’aggiornamento delle normative giuridiche sui “novel food“ anche in Italia. Si parte dal grillo, una delle specie più interessanti dal punto di vista proteico, ma si cerca di capire se il suo allevamento sia davvero sostenibile. "Il primo problema è dato dalla temperatura dell’ambiente, che deve essere intorno ai 27-28 gradi tutto l’anno – spiega Jucker –, il consumo di energia da noi non è quindi trascurabile, anzi. Un altro aspetto importante di cui tenere conto è rappresentato dalla loro alimentazione: bisogna trovare prodotti che non siano in competizione con l’uomo o residui dell’agroalimentare, anche per valorizzare gli scarti della filiera".

Non ci si può improvvisare poi con un allevamento fai-da-te, va strutturato e monitorato con cura. "Fondamentale è analizzare l’inquinamento microbiologico e il rispetto delle norme igieniche", continua la ricercatrice e referente del progetto. Da questo punto di vista, le ricerche sono positive: nelle specie che popolano l’allevamento sperimentale della Statale non sono stati riscontrati problemi a livello microbiologico, come pure la presenza di metalli pesanti o inquinanti. Sotto la lente anche i processi di lavorazione e i prodotti finali: "In Statale stiamo procedendo con la panificazione e con la creazione di pasta di farine di grillo", conclude Costanza Jucker.

Si.Ba.