Milano, 29 ottobre 2023 – Alle spalle, la chiesa di San Materno a Figino. Di fronte: la casa in cui viveva Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà dell'Inter freddato un anno fa esatto con cinque colpi di pistola da due killer in moto davanti alla sua abitazione in via Fratelli Zanzottera. Aveva 69 anni. Ieri alle 23, in sui onore, la Curva Nord è tornata nel luogo della sparatoria per rendergli omaggio. Stesse scene di un anno fa, quando il lutto era fresco: decine di persone in strada, con i fumogeni e uno striscione. La scritta: "A un anno di distanza, resta forte la mancanza. Ciao zio". Sul marciapiedi, tanti lumini e fiori.
Boiocchi era stato vittima di un agguato un anno fa esatto, un'ora prima dell'inizio di Inter-Sampdoria allo stadio Meazza. Capo ultrà della curva interista e pluripregiudicato con dieci condanne e 26 anni di carcere alle spalle per armi e rapina. Appena si era diffusa la notizia degli spari, gli ultrà avevano smesso di cantare e ritirato gli striscioni alla spicciolata, per poi abbandonare gli spalti.
Baiocchi, dopo aver scontato le condanne (per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, associazione a delinquere, porto e detenzione illegale di armi, rapina, sequestro di persona e furto) era tornato al Meazza nel 2019 riprendendo il controllo della curva nord interista come trent'anni prima, quando era tra i capi dei "Boys San".