STEFANIA TOTARO
Cronaca

Ucciso e murato in uno scantinato. Killer a processo per il carico di coca

Alla sbarra Nello Placido, condannato a 22 anni per l’omicidio Deiana. Il movente sarebbe proprio la droga

Ucciso e murato in uno scantinato. Killer a processo per il carico di coca

Ucciso e murato in uno scantinato. Killer a processo per il carico di coca

A 12 anni dall’omicidio di Antonio Deiana, il 36enne di Villa Guardia nel Comasco accoltellato con almeno 15 fendenti e a 6 anni da quando il cadavere venne ritrovato murato in uno scantinato a Cinisello Balsamo, i killer vengono imputati per i 4 chili di cocaina ritenuti il movente dell’assassinio. Per la droga che la vittima doveva consegnare quando è stato ucciso ha già patteggiato 8 mesi di reclusione, in continuazione con la pena di 18 anni per l’omicidio, Luca Sanfilippo, 52 anni, il proprietario del seminterrato in via della Pila a Cinisello Balsamo dove Antonio Deiana è stato nascosto sotto uno strato di cemento del pavimento. Mentre ieri è entrato nel vivo con la richiesta di ammissione delle prove il processo al Tribunale di Monza nei confronti di Nello Placido, il 50enne monzese condannato con sentenza definitiva a 22 anni di reclusione per concorso in omicidio volontario e distruzione di cadavere. Placido, difeso dall’avvocata Manuela Cacciuttolo, si è sempre dichiarato innocente per l’uccisione di Antonio Deiana e di conseguenza nega anche di avere avuto a che fare con il fantomatico carico di droga da consegnare, mai ritrovato.

A fare il nome del 50enne come suo complice dopo il patteggiamento è stato lo stesso Sanfilippo, ma la difesa di Nello Placido si è opposta ad acquisire quegli interrogatori resi al processo di appello. Si torna in aula ad ottobre. Il 50enne ha sempre contestato le accuse, sostenendo di avere conosciuto Antonio Deiana perchè il 36enne era interessato a rilevare la sua tabaccheria, affare poi non andato in porto.

La rappresentante di parte civile per conto della sorella della vittima, Antonella Deiana, ha sempre ritenuto invece che Antonio fosse stato attirato con la scusa di incontrare dei calabresi per la consegna della droga nel seminterrato, dove già era stata scavata la buca dove è stato sotterrato. Per la difesa di Nello Placido, invece, gli inquirenti non hanno preso in considerazione piste alternative su altri gruppi legati alla criminalità organizzata e allo spaccio di droga. Ora l’avvocata Cacciuttolo, che ha preso la difesa di Placido solo nel ricorso in Cassazione per l’accusa di omicidio, confida nell’assoluzione del 50enne e anche in un processo in tempi rapidi, visto che l’imputato non può al momento presentare alcuna richiesta di misura alternativa al carcere.